Siracusa, Cgil sul nuovo ospedale: "Basta tagli al servizio sanitario"
"Il nuovo documento di riordino della rete ospedaliera, punta, almeno nelle premesse, a una programmazione pluriennale che faccia sintesi tra il soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini e un più adeguato controllo della spesa sanitaria, ma nella realtà rischia di apportare nuovi e pesanti riduzioni all’offerta del servizio sanitario pubblico. Un’ipotesi a cui la Cgil tutta dice no".
Il segretario provinciale della Cgil siracusana, Roberto Alosi, tuona contro quella che appare una manovra in cui Siracusa ancora una volta è in procinto di subire intollerabili scippi. Il sindacato si era già espresso negativamente sul nuovo piano di riordino – se non fosse stato rivisto e rimodulato in ragione delle reali esigenze di tutto il territorio provinciale – e nelle sue valutazioni incontra in pieno anche il parere della conferenza dei sindaci da cui è emersa la ferma volontà di provvedere a presentare adeguate modifiche per ottenere adeguate garanzie.
"Basta leggere le schede relative ad ogni struttura ospedaliera della provincia per rendersi conto di quanto si stia agendo d’astuzia con i numeri. Si tratta di una partita giocata sui tempi; ovvero, se l’attivazione dei nuovi posti non dovesse avere luogo in concomitanza di alcune soppressioni, si andrebbe a creare un vuoto nell’offerta sanitaria pubblica che costringerebbe l’utenza a rivolgersi a quella privata. E in questo scenario, chi vedrà crescere il proprio profitto è la sanità privata accreditata che nella nostra provincia occupa il 32% del totale dei posti letto previsti. E a tutto questo opponiamo un fermo no", prosegue Alosi, che porta un ulteriore dato ad avallo della teoria.
"Il rapporto fra tetto di spesa per numero di abitanti vede la provincia di Siracusa in fondo alla classifica, con il rapporto più basso: nella media regionale è di 0,52, la provincia di Siracusa si attesta allo 0,44. E per giunta raggiunge lo 0,44 con quelli 11 milioni annunciati con precedente piano, ma mai erogati, e che pertanto nella realtà, fino ad ora, il rapporto è stato di 0,41. Questo sta a significare che nella previsione di spesa, in fase di ripartizione delle risorse, la Regione stanzia per ogni cittadino una somma inferiore a quella riconosciuta per un trapanese o per un messinese. Se non è scandaloso questo, vorrei sapere cosa lo è".
"La Cgil – conclude Alosi - è pronta a scendere in campo contro ogni altro piano di riordino che “punisca” immotivatamente Siracusa, ma chiama in causa anche la politica e la rappresentanza parlamentare perché faccia la sua parte a difesa di un territorio fin troppo trascurato".