Estorsioni, "stipendi spezzati" a Licata: quattro ordinanze cautelari
I Carabinieri della compagnia di Licata, al termine di una complessa attivita' d'indagine, hanno eseguito diverse misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Agrigento, su richiesta della locale Procura, nell'ambito dell'operazione "Stipendi spezzati", che ha interessato alcuni appartenenti della cooperativa Sociale Suami-Onlus. L'accusa e' di estorsione, in riferimento alle modalita' irregolari con cui venivano imposte retribuzioni spesso dimezzate, rispetto a quanto formalmente definito nei contratti e nelle buste paga. In particolare, sono state tratte in arresto due persone e applicate altre due misure cautelari di obbligo di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L'operazione si colloca in linea di continuita' con "Catene spezzate", eseguita nel gennaio del 2016 e che ha recentemente interessato gli stessi vertici della "Cooperativa Sociale Suami-onlus", per maltrattamento a minori con deficit mentale e degli altri ospiti disabili presenti nella struttura di Licata. L'analisi della documentazione sottoposta a sequestro e delle informazioni ottenute dalle persone ascoltate dai carabinieri, tra le quali i dipendenti della comunita', ha disvelato un vero e proprio sistema illecito di gestione dei rapporti lavorativi. In particolare, le indagini, svolte con attivita' tecniche, supportate da perquisizioni, sequestri e acquisizione di sommarie informazioni testimoniali, hanno permesso di accertare l'esistenza di un'organizzazione criminale accusata di estorsione ai danni di numerosi dipendenti della cooperativa, i cui vertici, approfittando della crisi occupazionale del territorio agrigentino e dello stato di estremo bisogno (principalmente donne separate con figli minori a carico o coniuge disoccupato o inabile al lavoro), hanno assunto numerosi lavoratori dipendenti imponendo loro condizioni economiche e lavorative illegittime, come una retribuzione effettiva assai inferiore ai minimi contrattuali (pari circa 50%), sottoscrivendo buste paga attestanti la corresponsione di somme maggiori: fino al 2012 lo stipendio, decurtato nella misura imposta dal datore di lavoro, e' stato corrisposto in contanti; dal 2012 e' stata imposta al dipendente l'apertura di un conto corrente bancario o carta prepagata ricaricabile con la prescrizione di consegnare la carta bancomat ed il relativo codice Pin a Salvatore Lupo, gia' amministratore unico della "Cooperativa Sociale Suami - onlus", o ad altro associato, in modo da consentire loro di procedere all'accredito dell'intera somma indicata in busta paga e provvedere al successivo prelevamento del denaro contante ed alla dazione al lavoratore della minor somma statuita. Ancora, al lavoratore erano imposte condizioni generali di lavoro contrarie alle leggi e ai contratti collettivi sotto il profilo delle mansioni ore di effettivo lavoro giornaliero svolte, sovente in eccesso rispetto all'orario previsto contrattualmente e non retribuite. Per Salvatore Lupo, 40 anni, di Favara, gia' amministratore unico della coop, disposti gli arresti domiciliari; come per la moglie Maria Barba, 35 anni, amministratore unico della comunita' "Villa Diodorus societa' cooperativa sociale"; per Caterina Federico, 34 anni, di Licata, assistente sociale, obbligo di dimora; per Veronica Sutera Sardo, 30 anni, di Agrigento, assistente sociale, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Inoltre, e' stato disposto il sequestro preventivo, ai fini della confisca diretta di 37.000 euro.