Usa, sistema carcerario al collasso: serve riforma
Il sistema carcerario americano e' tra i peggiori del mondo occidentale. Una riforma seria e' da piu' parti invocata da anni. Tra il 1970 e il 2008 il tasso di reclusioni e' quintuplicato. In proporzione alla popolazione, l'America confina un numero di individui superiore rispetto a molte altre nazioni: sette volte piu' della Francia, undici piu' dei Paesi Bassi, 15 piu' del Giappone. Secondo l'Economist il motivo di questi numeri e' da ricercare nel fatto che il sistema americano prevede l'arresto per azioni che non dovrebbero essere crimini, per lo piu' legate al possesso di droga. Ma soprattutto perche' le pene per reati minori sono in alcuni casi totalmente sproporzionate. Se l'ex presidente Barack Obama e il suo ministro della giustizia Eric Holder avevano cercato di spingere affinche' si riducesse il numero delle sentenze piu' lunghe, chiedendo di evitare il massimo della pena per crimini di droga non violenti, il nuovo ministro dell'amministrazione Trump, Jeff Sessions, punta a una sostanziale marcia in dietro. La sua e' stata definita una vera e propria crociata, ma i risultati non saranno quelli sperati. Nonostante le carceri siano necessarie e imprescindibili, accade pero' che in alcuni casi la spesa sia superiore agli effettivi benefici. Basti pensare ai costi immani dei penitenziari, al personale impiegato, ai servizi basilari che devono essere offerti.
A cio' si aggiunge anche il fatto che durante il periodo di reclusione i prigionieri non lavorano, non supportano le famiglie e non pagano le tasse. Il denaro impiegato per sostenere le prigioni, invece, potrebbe essere speso per la prevenzione. Ma non solo. Capita anche che i detenuti in arresto per crimini minori siano negativamente influenzati dai criminali che incontrano in carcere. Uno studio dimostra che ogni anno in piu' trascorso in carcere aumenta del 6% la possibilita' di commettere ancora crimini. Le incarcerazioni di massa, poi, creano un numero impressionante di ex detenuti che una volta fuori non troveranno lavoro. Questo circolo vizioso ha provocato un aumento della poverta' del 20% in Usa. Altro tassello mancante nel sistema americano e' l'accesso alle consulenze psicologiche ed alle terapie comportamentali, non sempre disponibile per tutti i reclusi. Una delle opzioni per alleggerire il peso delle carceri potrebbe essere quella di irrobustire l'utilizzo del sistema di monitoraggio tramite il dispositivo elettronico alla caviglia. Uno studio dimostra, infatti, che le persone poste sotto questo tipo di sorveglianza tendono a commettere nuovamente crimini meno di quelli che invece hanno scontato la loro pena in cella. E' stato poi dimostrato come cali drammaticamente la recidivita' tra gli ex carcerati che hanno la possibilita' di essere inseriti nel mondo del lavoro. Per l'Economist la sfida e' fondamentalmente politica: governanti e amministratori non dovrebbero aver paura di trasformare le prigioni non piu' in scuole per il crimine, ma in percorsi che consentano un ritorno a una cittadinanza produttiva.