Trapani, confermati i domiciliari a Fazio: "ma la candidatura va avanti"
Il Gip del Tribunale di Trapani ha confermato gli arresti domiciliari per Girolamo Fazio, il candidato sindaco di Trapani, arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Mare monstrum", focalizzata sugli interessi attorno al trasporto marittimo in Sicilia. Ma non si ferma neppure per lui questa campagna elettorale singolarissima, segnata anche dalla richiesta di obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per un altro candidato, il senatore di Forza Italia Antonino D'Ali', avanzata dalla Procura di Palermo e su cui il giudice si esprimera' solo a luglio, ben oltre l'appuntamento elettorale dell'11 giugno, facendo oscillare sull'esito delle urne una pesantissima spada di Damocle. Ma tant'e'. I candidati delle liste che sostengono "Fazio sindaco" confermano la loro "fiducia" e "rinsaldano la loro partecipazione alla campagna elettorale per il consiglio comunale e per la corsa alla sindacatura. I tempi si allungano ancora, in attesa dell'interrogatorio di Mimmo Fazio innanzi al Gip; ma la convinzione che Fazio chiarira' la sua posizione e l'impegno dei candidati non vengono meno", viene ribadito.
I responsabili delle liste, rivelando il clima nell'entourage del deputato regionale, parlano di "inaspettata decisione dei giudici", nel merito della quale "non entriamo per quel rispetto istituzionale che proprio Fazio ci chiederebbe per primo, rafforza in tutti noi il convincimento che e' necessario un supplemento di vigore politico per far comprendere la solidita' del programma amministrativo". Ieri sera amici, elettori e simpatizzanti avevano affollato il comitato di via Virgilio "e con applausi", spiegano i fedelissimi di Fazio, "hanno salutato gli interventi dei candidati che con forza hanno ribadito che non lasceranno il campo del confronto democratico e che sosterranno fino alla fine la proposta amministrativa ed il candidato Mimmo Fazio". Il giudice delle indagini preliminari di Trapani ha inoltre concesso gli arresti domiciliari all'armatore Ettore Morace, l'unico che era finito in carcere, su ordine del Gip di Palermo Marco Gaeta, che successivamente aveva trasmesso una parte dell'indagine a Trapani. E' stata accolta l'istanza dell'avvocato Giovanni Di Benedetto, a causa dell'affievolimento delle esigenze cautelari.
L'inchiesta ha svelato una serie di contatti e possibili collusioni tra il mondo dell'imprenditoria e la politica siciliana: indagato anche il governatore dell'isola, Rosario Crocetta, chiamato in causa da alcune intercettazioni in cui, secondo i carabinieri dei comandi provinciali di Palermo e Trapani, avrebbe brigato per ottenere il prolungamento delle corse degli aliscafi per Filicudi da Palermo e Messina nel mese di settembre 2016. Dietro le pressioni di Crocetta sui funzionari regionali, sull'assessore ai Trasporti Giovanni Pistorio e sullo stesso Morace, titolare della Liberty Lines, ci sarebbero stati, secondo le accuse, interessi personali del presidente, che avrebbe voluto trascorrere due fine settimana di settembre sull'isola delle Eolie.