Dall'estorsione all'aggressione, arrestato a Palermo
La polizia di Stato, in esecuzione di un' ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, ha tratto in arresto Cherky El Gana, 32 anni, pregiudicato marocchino, ritenuto responsabile del reato di estorsione continuata e aggravata dal cosiddetto "metodo mafioso", lesioni personali aggravate, per avere commesso il fatto in presenza di minori, nonche' violenza privata. L'uomo e' considerato un individuo dalla particolare caratura criminale: era gia' stato coinvolto in indagini connesse alla criminalita' organizzata ed aveva terminato di scontare la misura della sorveglianza speciale di P.S. nell'ottobre 2016. Nel 2013 era stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, a seguito dell'operazione della Polizia di Stato denominata "Agrion". In quell'occasione gli arrestati, tra i quali figuravano anche Giuseppe Castelluccio, gia' capo famiglia dei "Noce"; Carlo Russo, gia' arrestato nel 2008 per il reato di estorsione; Giovanni Buscemi; Massimiliano Di Majo, figlio di Calogero, pregiudicato per mafia, si erano resi responsabili di una violenta aggressione nei confronti di un commerciante che si era rifiutato di pagare alla famiglia mafiosa "Noce" la somma richiesta a titolo di estorsione e che per questa ragione subi' un vero e proprio raid punitivo all'interno del suo esercizio.
I fatti hanno avuto inizio negli ultimi mesi dello scorso anno, allorquando il marocchino aveva contattato un proprio parente, venditore ambulante di tappeti, imponendogli il pagamento di 3.500 euro, "necessari" per installare uno stand espositivo all'interno di un mercato rionale ricadente nel territorio di influenza del mandamento mafioso "Noce". El Gana, nella circostanza, si presentava in qualita' di emissario di presunti "amici", facendo intendere che si trattava di esponenti della criminalita' organizzata, motivo per il quale la vittima, temendo per la propria incolumita', aveva anticipato 500 euro chiedendo una rateizzazione per il saldo. A fronte dell'iniziale disponibilita' mostrata, El Gana, dopo pochi mesi, aveva nuovamente contattato la vittima, intimandogli di saldare quanto dovuto.
Intimorito dalle minacce, l'ambulante aveva deciso di tornare per alcuni mesi nel proprio paese, ma, al ritorno, avrebbe subito una serie ripetuta di condotte vessatorie da parte di El Gana. Nell'arco di poco piu' di due mesi, la vittima veniva reiteratamente minacciata, di persona e telefonicamente; subendo anche un'aggressione fisica da parte del proprio aguzzino, riportando la frattura del setto nasale; sbendo anche sotto la propria abitazione, il danneggiamento della propria auto da parte proprio di El Gana e di un altro soggetto. Nello stesso periodo, lo zio della vittima, a conoscenza delle vicissitudini del nipote e presente in occasione dell'aggressione, era stato minacciato telefonicamente affinche' non fornisse la propria testimonianza alle forze di polizia per quanto occorso al nipote. In ragione di quanto accaduto e considerata l'attualita' dei fatti verificatisi, l'ultimo dei quali risalente al 27 giugno scorso, il gip ha ritenuto necessaria l'applicazione nei confronti del 32enne della misura cautelare della custodia in carcere.