Mazzette sull'accoglienza di migranti minori, due arresti nel Catanese
Scoperto a Catania un giro di mazzette per l'assegnazione di minori non accompagnati giunti in città a seguito di sbarchi di migranti: sono tre le persone raggiunte da un provvedimento restrittivo emesso dal Gip di Catania su richiesta della procura distrettuale di Catania ed eseguito dai carabinieri di Giarre, nell'ambito dell'operazione "Caronte". In manette Giovanni e Mario Pellizzeri, rispettivamente di 56 e di 29 anni, ammessi ai domiciliari; divieto di dimora in provincia di Catania per Isabella Vitale di 48 anni. Nell'inchiesta è coinvolto un dipendente del comune di Catania, adesso in quiescenza. Nell'indagine sono indagati altri 7 (alcuni dei quali dipendenti ed ex dipendenti dei comuni coinvolti nell'accoglienza): la procura ha anche chiesto una misura interdittiva nei confronti di un dipendente del Comune di Sant'Alfio.
L'indagine e' partita dopo una violenta rissa in una casa riposo di Giarre che ha attirato l'attenzione dei carabinieri che in due anni d'indagine hanno scoperto atti di corruzione, oltre a ripetuti maltrattamenti. I migranti minori non accompagnati che arrivavano a Catania venivano assegnati alle case alloggio di Mascali , Giarre e San'Alfio e li' dentro venivano chiamati "porci", "zingari", maltrattati e spesso non curati perche' i farmaci costavano troppo. I carabinieri della compagnia di Giarre hanno scoperto che Giovanni e Mario Pellizzeri, padre e figlio, finiti ai domiciliari, rappresentanti legali di due cooperative la "Esperanza" e la "Ambiente benessere" pagavano il responsabile dell'assessorato alle politiche sociali del comune di Catania che intascava mazzette e dirottava nei sei centri migranti minori gestiti in regime di emergenza, l'uomo e' solo indagato perche' gia' in pensione. Scoperti anche diversi casi di maltrattamenti perche' i dipendenti delle coop trattavano male i migranti, li costringevano a fare decine di chilometri a piedi per raggiungere la scuola. Le due cooperative gestivano sei centri: due a Giarre "Futuria" e "Casa delle Fanciulle", tre a Mascali "Freedom", "Acacia" e "Mazzaglia" e uno a San'Alfio "Paoli", avrebbero gestito poco meno di duecento minori per un introito di due milioni di euro; lo Stato versa 45 euro al giorno per ogni minore. Il Gip che ha firmato la misura cautelare ha disposto l'obbligo di dimora, ipotizzando il reato di maltrattamenti, per il gestore di fatto di uno dei centri di Mascali. Indagato per falsita' ideologica e materiale un tecnico del comune di Sant'Alfio accusato di avere rilasciato un parere favorevole per la concessione di una un'autorizzazione. Gli indagati sono in tutto dieci alcuni dei quali sono dipendenti ed ex dipendenti dei comuni coinvolti nell'accoglienza.