Comunali Palermo, La Vardera vince il primo round in tribunale
Punto a favore di Ismaele La Vardera nella partita innescatasi dopo le elezioni amministrative a Palermo tra il candidato leghista e Noi con Salvini. Il ventitreenne La Vardera, finite le elezioni, aveva annunciato di aver ripreso con telecamere nascoste la campagna elettorale, per farne un documentario, lasciando intendere che questo progetto era alla base della sua candidatura.
Il deputato della Lega Alessandro Pagano aveva presentato un'istanza per bloccare la diffusione di quanto filmato da La Vardera, accusandolo di avere agito per fine personali, tradendo gli stessi elettori. Un'istanza che è stata respinta dal giudice Giulio Corsini della prima sezione civile del Tribunale di Palermo, che ha ha emesso un'ordinanza che respinge il ricorso presentato da Pagano condannandolo al pagamento delle spese legali: 1.200 euro. Il tribunale ritiene che il documentario non possa essere bloccato: "Premesso che l'attività di Ismaele La Vardera che viene in rilievo può essere inquadrata nella nozione di attività giornalistica, non v'è dubbio che ricorrano astrattamente i profili dell'interesse generale alla conoscenza dei retroscena legati allo svolgimento della campagna elettorale e, in linea ipotetica, il requisito della verità della notizia, non potendosi disconoscere la verità ontologica della riproduzione delle immagini e/o dei colloqui avuti dal resistente durante la campagna elettorale".
Il giudice entra nel merito nella sua pronuncia anche sulla veridicità della candidatura di La Vardera: "Non pare sussistere la violazione dell'art. 640 c.p., giacché non v'è prova delle intenzioni asseritamente fraudolente del resistente; il quale - per quello che qui risulta - ha regolarmente partecipato alla campagna sostenendo anche delle spese documentate, i cui giustificativi sono stati allegati al fascicolo di parte".