Ragusa, presa gang specializzata in furti di mezzii: 17 arresti
Il ricco bottino era costituito da camion, escavatori, gru, bobcat, ruspe, attrezzature di varia tipologia per lavori edili, pezzi di ricambio, ma anche vino, prodotti caseari, salumi e indumenti. Furti in grande stile quelli commessi da una banda di 17 ladri seriali catanesi specializzati in macchine movimento terra e furti per oltre un milione di euro tra Ragusa, Messina, Enna, Siracusa, Caltanissetta e Catania. Raid che hanno fruttato oltre un milione di euro e che hanno costretto alla chiusura alcune aziende ragusane ridotte sul lastrico. L'operazione prende il nome "Strascico" in quanto gli indagati, quando si contattavano telefonicamente per darsi appuntamento, al fine di commettere furti, parlavano in modo criptico, simulando battute di pesca. Lo stesso facevano quando dovevano spartirsi il denaro denominato 'pesce', per eludere l'attivita' di intercettazione.Il gruppo criminale e' stato sgominato dalla polizia di Stato. Una donna, Giuseppa Indelicato, era incaricata di ricettare la refurtiva ma non partecipava ai furti. La Squadra mobile di Ragusa ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere su disposizione della Procura della Repubblica. Contestati perlopiu' furti aggravati dall'avere commesso i fatti in piu' di tre persone; con violenza sulle cose, in genere di notte e in luoghi isolati. Sono tuttora in corso le ricerche di quattro destinatari dell'ordinanza.
Le indagini erano scattate a seguito di un ingente furto da mezzo milione di euro commesso la notte del 29 novembre 2016 a Comiso ai danni di un'impresa edile finita sul lastrico. Fondamentale la sinergia con le Squadre mobili di Catania ed Enna. L'attivita' investigativa si e' sviluppata fino a maggio scorso e ha consentito di individuare i componenti della gang che quasi tutte le sere pianificavano sopralluoghi presso le aziende prese di mira, per poi eseguire i furti. Il gruppo generalmente andava a commettere i furti nei giorni feriali, mai il sabato e la domenica dedicati alla famiglia. Gli stessi si incontravano tutti a Catania in Piazza Caduti del Mare meglio conosciuta come "u tunniceddu da playa". Era il loro quartier generale, in una delle zone piu' ad alta densita' criminale del capoluogo etneo ed impenetrabile. Da quel luogo, dopo avere pianificato i loro "interventi", partivano a bordo di auto per compiere i blitz. Il tutto pianificato nei minimi particolari ed ogni elemento di disturbo li faceva desistere per andare sul sicuro. La "squadra" era composta da piu' elementi, pochissimi per i sopralluoghi e almeno dieci per mettere in atto il piano d'azione.
Dopo si trattava di piazzare subito la refurtiva grazie ai ricettatori. Giuseppa Indelicato, in particolare, l'unica ammessa ai domiciliari, gestisce un'azienda di rottamazione metalli nel quartiere "Zia Lisa" a Catania e ha ricevuto materiale rubato. Continue erano le liti e le preoccupazioni di eventuali tradimenti. Queste frizioni hanno reso ancora piu' difficile l'indagine poiche' gli indagati cambiavano spesso "barca" (come la chiamavano loro), ossia squadra con la quale commettere reati. Il gruppo molto numeroso non agiva in associazione tra loro ma si costituiva di volta in volta cambiando parte dei "pescatori" al posto di altri. Secondo il capo della Mobile di Ragusa Antonino Ciavola, "e' stato sgominato un gruppo di persone molto pericoloso, in quanto gli appartenenti erano abituati a commettere i delitti con particolare spregiudicatezza e tutti gli indagati sono soggetti con un curriculum criminale di rilevante spessore". Nonostante le accortezze, in alcune occasioni e' stato possibile recuperare parte della refurtiva: dopo un furto di denaro contante custodito all'interno di un ingrosso di abbigliamento in provincia di Catania, a esempio, gli indagati si sono traditi per l'euforia di avere trovato un'ingente somma di denaro pari (a loro dire durante le intercettazioni) a 100.000 euro; la perquisizione a casa di alcuni degli arrestati, ha permesso di rivenire oltre 15.000 euro, parte della refurtiva. Ed ancora, a marzo, e' stata rivenuta un'autobotte rubata a Messina carica di 20.000 litri di vino (per un valore di 40.000 euro solo della merce trasportata); ad aprile 2017 e' stata trovata della raccorderia e rubinetteria proveniente dal furto presso l'azienda che si occupa della distribuzione dell'acqua nella provincia di Caltanissetta; cosi' il recupero di un escavatore proveniente dal furto avvenuto in Catania e di un autocarro rubato ad Avola.
Questi gli arrestati: Daniele Aulino, 28 anni, di Catania, detto 'Gallina'; Francesco Belpanno, catanese di 23 anni; Ciprian Binghiac, romeno di 33 anni; Gaetano Fisichella, soprannominato "Tano Cinque Lire", catanese di 62 anni; Giovanni Fisichella, 67enne di Catania; Pietro Fisichella, 58enne di Catania; Gianluca Gobbi, 45enne di Roma; Giuseppa Indelicato, catanese di 45 anni. Salvatore Litrico, soprannominato "Turi Spascio", 53enne di Catania; Vincenzo Saia, "Enzo U Tartaruni", 22enne di Catania; Agatino Strano, soprannominato "U Puddasciu", 28 anni, di Catania; Stefano Vitale, 43enne di Catania; Rosario Torrisi, 42 anni, di Catania.
Il questore di Ragusa, nella conferenza stampa, ha puntato l'attenzione sulla serie di furti che ha messo in ginocchio aziende di quasi tutta la Sicilia. Mentre il procuratore Marco Rota ha sottolineato "la soddisfazione che non e' proporzionata al clamore della vicenda: non siamo a caccia di clamore ma al di la' dei grossi fenomeni criminali, questa e' un'operazione di tutela di piccole realta' che reggono sistema economico locale, abbiamo interrotto questa abitudine a saccheggiare; alcune aziende si sono trovate in grossissima difficolta'". Chi ha coordinato le indagini, il sostituto Giulia Bisello, ha parlato della "difficolta' dell'indagine perche' furti avvenivano tutti in zone isolate tra Ragusa, Messina, Enna, Siracusa, Termini Imerese, Misterbianco, Sant'Anastasia in zone non coperte da telecamere. "I ragazzi della Quarta - definisce la Bisello gli uomini della Squadra Mobile di Ragusa - hanno incrociato dati utenze, ma non solo, erano 'utenze da lavoro', intestate a stranieri o estranei comunque agli indagati. Incrociando questi dati, con una operazione intensa e veloce si e' giunti al risultato. Oltre al merito tecnico alla Mobile c'e' il merito di impegno sul territorio, attivita' tecnica supportata anche da riscontri che hanno consentito attraverso costante comunicazione co le altre forze della Polizia, di recuperare refurtiva". Il capo della Mobile Antonino Ciavola ha illustrato i sopralluoghi del gruppo criminale: "Fino a stamattina, quando erano presenti in casa dicevano che andavano a pescare, sono tutti soggetti catanesi, i pesci erano i risultati dell'attivita' criminosa o da pianificare per i giorni successivi". Aziende in difficolta', ma anche sottrazioni importante di materiale di manutenzione "tanto da mettere a rischio l'acquedotto di Caltanissetta". "Li abbiamo aspettati tante notti, hanno fatto diversi sopralluoghi nel Ragusano - ha proseguito Ciavola - hanno desistito moltissime volte. Non abbiamo trovato un luogo di stoccaggio tranne la ditta della donna, Giuseppa Indelicato che e' finita ai domiciliari". Il questore La Rosa ha aggiunto che la frequentazione in altri territori della "criminalita' catanese in trasferta non e' una novita'. Sono una ventina gli episodi contestati che spesso hanno messo in ginocchio aziende impossibilitate anche a continuare a lavorare ".