Rendiconto approvato a Pachino, Commissario scrive ai giudici contabili
Sarebbe stato commesso un atto illegittimo da parte del presidente del Consiglio comunale di Pachino sulla convocazione d'urgenza dell'Aula per l'approvazione del consuntivo del 2016. Lo scrive alla Corte dei Conti il commissario ad acta al Bilancio, Carlo Domenico Turriciano, che ha informato, tra gli altri, la Corte dei Conti ed il segretario generale dell'Organo di revisione contabile.
"Avendo convocato il Presidente in via d'urgenza il massimo consesso cittadino e avendo avuto i consiglieri comunali pochissimi giorni di tempo per visionare la documentazione a corredo del Rendiconto di gestione, venivano elusi i tempi imposti dal comma 2 dell'art. 227 del D.lgs. 267/2000, che stabilìsce "la proposta è messa a disposizione dei componenti dell'organo consiliare prima delI'inizio della sessione consilìare in cui viene esaminato il Rendiconto entro un termine, non inferiore a ventì giorni, stabilìto dal regolamento di contabilità” Inoltre, non venivano rispettati i temini di tempo previsti dal regolamento di contabilità del comune di Pachino, che stabilisce che il Consiglio debba avere 20 giorni liberi prima di poter deliberare sull'argomento, così come non si teneva nemmeno conto dell'art. 17 del regolamento sul funzionamento del Consiglio che prevede l'Aula si riunisca in seduta ordinaria per L'approvazione del Rendiconto di gestione. Si ritiene irrituale e irrispettosa dei ruoli l'azione del Presidente del Consiglio comunale che ha violato le chiare e precise prescrizioni impartite dal decreto assessoriale di nomina dello scrivente, sebbene questi si fosse già surrogato all'azione degli organi comunali fin dal momento della notifica del decreto stesso. In secondo luogo, si ritiene che il Presidente dell'Aula abbia violato tutte le disposizioni di legge e regolamentari previsti per la convocazione del consesso, tra cui l'art 227, comma 2, del TUEL che vuole che i consiglieri comunali acquisiscano in atti la documentazione utile nel termine di 20 giorni prima della seduta consiliare (e non 48 ore prima come è avvenuto al comime di Pachino) svvertendo, così fàcendo, il diritto democratico dei consiglieri comunali di esercitare il proprio munus".