Pd, Renzi apre a coalizione senza veti nè abiure
Nessuna abiura su quanto fatto dal Partito democratico in questi anni, porte aperte alla coalizione di centro sinistra, ma senza veti. E via libera allo Ius Soli e al testamento biologico entro questa legislatura. Matteo Renzi affida alla relazione in direzione nazionale la risposta a a settimane di tattica sulle alleanze, da una parte e dall'altra.
A sinistra del Pd si chiede "discontinuita'" rispetto alle politiche seguite fin qui e il segretario dem cerca di dare una risposta. Apre alla possibilita' di far diventare leggi lo Ius Soli e il Testamento Biologico prima della fine della legislatura, come chiesto da Pisapia, Bersani e anche dai Radicali Italiani che sono stati questa mattina al Nazareno. L'impegno del Pd c'e', "faremo di tutto", dice prima Ettore Rosato e conferma Matteo Renzi.
Poi, il segretario traccia il perimetro della coalizione in vista del passaggio elettorale: dai "centristi e moderati" di Scelta Civica e Calenda, "a Campo Progressista, passando per la componente socialista, fino ad arrivare a Campo Progressista". E anche gli ex Pd saranno bene accetti, sempre che vogliano esserci. "Senza veti", e' la condizione.
Mdp, pero', guarda avanti, alle trattative con il Partito democraico preferisce il lavoro sul nuovo soggetto politico a cui sta lavorando con Sinistra Italiana e Campo Progressista. "Le chiacchiere stanno a zero", commenta Bersani. La componente guidata da Giuliano Pisapia ieri si e' mostrata molto piu' articolata di quanto ci si attendesse. Gli applausi dell'Autitorium Antonianium all'intervento di Laura Boldrini, che ha chiuso al Pd, suonano come una presa di posizione contro la linea del dialogo perseguita dal leader.
Renzi, pero', ci crede ancora e cerca di infondere ottimismo in un partito che ha accusato la tornata elettorale siciliana. Tanto che Simona Bonafe', inviata a riferire ai giornalisti che aspettano all'ingresso del Nazareno la fine della direzione, tiene a premettere che "il Pd non e' in stato comatoso". Il lavoro per organizzare la coalizione diventa, percio', essenziale nelle parole del segretario. Renzi si dice convinto che il Pd, grazie alla coalizione che sapra' mettere in piedi, "sara' il primo gruppo in Parlamento nella prossima legislatura".
Orlando frena: "non conviene porci questo obiettivo" perche', in virtu' della legge attuale, con una coalizione piu' stretta possiamo anche prendere un voto in piu', ma non vince. Meglio, dice il ministro della Giustizia, puntare a una "coalizione a vocazione maggioritaria", in cui magari il Pd non sara' primo partito in Parlamento, ma che possa vicnere. E governare senza "l'incubo di una coalizione" post elettorale "con Berlusconi", sottolinea Orlando.
Si diceva delle condizioni per dare vita alla coalizione chiesta anche ieri da Pisapia, dalla minoranza dem e da parti della maggioranza. Una di queste e' la rivendicazione di quanto e' stato fatto in questi anni. Renzi non ci sta a gettare nel cestino il Jobs Act, "che ha creato 986mila posti di lavoro", o il provvedimento sugli 80 euro, "grazie al quale tante famiglie oggi sono in condizioni migliori". Ma apre alla richiesta di lavorare per ridurre il lavoro precario e vedere crescere quello a tempo indeterminato. Richiesta arrivata anche da Mdp che, pero', l'ha formalizzata con una serie di emendamenti alla legge di Bilancio.
Alla fine della giornata, il segretario porta a casa comunque l'ok della direzione alla sua relazione, sebbene con l'astensione dei 14 membri della minoranza orlandiana.