Prtopalo, 7 indagati per una truffa all'Ue: c'è anche Coltraro
I Carabinieri della Compagnia di Noto hanno notificato gli avvisi di conclusione indagini a 7 persone accusate di falsità materiale ed ideologica, abuso d'ufficio, soppressione di atti pubblici, uso di atti falsi e tentata truffa aggravata, finalizzati all'erogazione delle agevolazioni finanziarie dell'Unione europea. Gli indagati avrebbero tentato di incassare oltre un milione di euro di sovvenzioni pubbliche per il restauro di un villaggio turistico a Portopalo. Interventi mai effettuati ed autorizzati attraverso atti falsi. Tra gli indagati Mario Poidomani, 60 anni, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Portopalo , Giambattista Coltraro, 42 anni, notaio, ex parlamentare regionale e candidato all'assemblea siciliana nelle liste dell'Udc e un noto imprenditore di Siracusa. L'attività d'indagine e' iniziata nel 2013 dopo il sequestro nell'ufficio tecnico del Comune delle domande di sanatoria per gli abusi edilizi relativi al villaggio, che sorge a meno di 500 metri dalla battigia, contrariamente a quanto disposto dalla legge regionale.
L'indagine scattò quattro anni fa , quando i carabinieri della Stazione di Portopalo di Capo Passero sequestrarono ufficio tecnico le domande di sanatoria per gli abusi edilizi relativi al villaggio. Le successive investigazioni hanno permesso di appurare come la società che gestiva la struttura turistica abbia prodotto false autocertificazioni ed attestazioni dell’esecuzione di lavori mai eseguiti e dei requisiti per l’accesso alle agevolazioni finanziarie pubbliche a fondo perduto. Le successive acquisizioni dei militari dell’Arma al Comune di Portopalo hanno permesso di appurare inoltre come l’ufficio tecnico di quel Comune abbia rilasciato due concessioni in sanatoria al vincolo di inedificabilità assoluta relativa all’immobile, ed abbia scoperto come lo stesso dirigente comunale abbia soppresso e modificato alcuni atti concernenti le richieste di condono avanzate nel tempo.
L’intervento delle forze dell’ordine e della magistratura, concretizzatosi immediatamente nei diversi sequestri e nell’analisi della documentazione attestante il tentativo di truffa, ha permesso di evitare un probabile danno economico alla Regione Siciliana.