Al Corbino di Siracusa, superare il silenzio contro la violenza sulle donne
“Sollevare il velo del silenzio sulle differenze di genere, promuovere l’educazione emotiva, offrire strumenti per la formazione di una consapevolezza di genere capace di operare cambiamenti significativi nei rapporti di potere”.
Il 25 Novembre per il liceo Corbino di Siracusa non è stato un giorno celebrativo, ma un’occasione di lettura critica del fenomeno della violenza nei suoi multiformi aspetti e dei modelli identitari di relazione tra i generi attraverso il confronto tra il mondo della scuola e quello dell’associazionismo.
Lo ha sottolineato Lilli Fronte, dirigente del liceo, che ha presentato il progetto “Educhiamoci alla violenza….Violenza ….No grazie”, finanziato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito del “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”, e finalizzato all’elaborazione di un curricolo integrato di educazione alle differenze e al rispetto tra i generi.
“La scuola deve presentare agli studenti modelli diversi di relazione tra i generi - sostiene la prof.ssa Paola Burgio, tutor interno del progetto- e promuovere le relazioni tra pari in un’ottica di riconoscimento, di rispetto e di valorizzazione delle differenze”.
Il liceo Corbino, capofila del progetto, è stato affiancato, nella realizzazione di un modello progettuale pilota replicabile, dall’associazione Work in Progress -Centro Antiviolenza Pink House di Floridia, dal Centro Studi ricerche e documentazione Sicilia/Europa “Paolo Borsellino” di Palermo e dal II Istituto Comprensivo “G. Falcone – P. Borsellino”di Cassibile.
“Come parlare ai bambini e ai ragazzi del primo ciclo d’istruzione delle gigantesche questioni legate alla condizione della donna? Come andare oltre il ‘femminicidio’? Al 2° I.C. Falcone-Borsellino di Cassibile ce lo siamo chiesti – afferma Agata Balsamo, dirigente scolastico dell’istituto – e abbiamo scelto di puntare sugli aspetti educativi, proponendo un cineforum guidato, come laboratorio in cui famiglie, docenti e alunni potessero lavorare fianco a fianco per riflettere sul rapporto tra i generi in casa e fuori, nel mondo del lavoro e nella scuola. Abbiamo pensato che il coinvolgimento attivo avrebbe permesso a tutti di mettersi in gioco confrontando idee, esperienze, modelli e storie di vita; senza ‘lezioni’, senza cattedre. Siamo partiti dal presupposto condiviso di quanto sia necessario, oggi più di ieri, offrire ai ragazzi la possibilità di conoscere alfabeti emozionali anche attraverso il confronto con adulti significativi che non si sottraggono al rispecchiamento, alla condivisione e alla presa in carico di dubbi e incertezze, ma anche capaci della necessaria assertività nello smascheramento degli stereotipi e nell’affermazione recisa del ‘diritto di contare’ al di là della classe sociale, del colore della pelle, del sesso”.
Numerose le iniziative messe in campo da docenti e alunni per affrontare la violenza di genere.
Dalla pièce teatrale degli studenti del liceo scientifico, diretti dalla professoressa Cettina Bongiovanni, che attraverso le vicende paradigmatiche di Cassandra, Ifigenia, Elettra, Clitennestra hanno rappresentato le varie sfaccettature della violenza generatrice di una catena non facilmente spezzabile di odio e desiderio di vendetta, all’interpretazione del monologo teatrale Lo stupro di Franca Rame, rielaborato dalla proferessa Annamaria Di Carlo, che ha visto protagoniste alcune alunne del liceo delle Scienze economiche, ai disegni, alle rappresentazioni multimediali, alle interpretazioni musicali dei ragazzi del liceo delle Scienze umane.
Significativo l’intervento conclusivo di Lucia Corso, docente referente del progetto Bullismo, che ha ribadito la necessità di promuovere nelle scuole pratiche formative che consentano agli studenti di impadronirsi della facoltà di saper riflettere, scegliere e orientarsi in situazioni moralmente significative.