Il Papa saluta Myanmar: "Non cedere alle delusioni"
Dove sono i lieti annunci quando tanta ingiustizia, poverta' e miseria gettano ombra su di noi e sul nostro mondo?". Se lo e' chiesto Papa Francesco nell'omelia della messa conclusiva della sua visita in Myanmar, un Paese che vive la difficile transizione alla democrazia dopo una guerra civile e 60 anni di dittatura militare. "Il Myanmar e' impegnato a superare divisioni profondamente radicate e costruire l'unita' nazionale", ha riconosciuto parlando ai vescovi birmani, dopo la sintonia ritrovata con la leader e premio Nobel per la pace San Suu Kyi. Ed e' chiaro l'intento del Papa: incoraggiare la minoranza cattolica (700 mila cioe' meno del'1,3 per cento) ad assumere un ruolo propulsivo nella nascita di una nuova Birmania democratica. "La giustizia autentica e la pace duratura possono essere raggiunte solo quando sono garantite per tutti", ha spiegato ai monaci buddisti del "Shanga Maha Nayaka", ancora una volta omettendo la parola "Rohingya" che tanto divide in Myanmar ma di fatto prendendo con chiarezza le difese di questa vessata minoranza islamica.
"Alcuni si chiedono come sia possibile parlare di lieti annunci quando tanti attorno a noi soffrono", ha scandito nell'omelia di questa mattina alla celebrazione dedicata ai giovani, che gremivano la Cattedrale di Yangon. "Vorrei - ha confidato il Papa - che da questo luogo uscisse un messaggio molto chiaro. Vorrei che la gente sapesse che voi, giovani uomini e donne del Myanmar, non avete paura di credere nel buon annuncio della misericordia di Dio, perche' esso ha un nome e un volto: Gesu' Cristo. In quanto messaggeri di questo lieto annuncio, siete pronti a recare una parola di speranza alla Chiesa, al vostro Paese, al mondo. Siete pronti a recare il lieto annuncio ai fratelli e alle sorelle che soffrono e hanno bisogno delle vostre preghiere e della vostra solidarieta', ma anche della vostra passione per i diritti umani, per la giustizia e per la crescita di quello che Gesu' dona: amore e pace".
"Mentre la mia visita alla vostra bella terra si avvia alla conclusione, mi unisco a voi - ha continuato Francesco rivolto ai ragazzi - nel ringraziare Dio per le molte grazie che abbiamo ricevuto in questi giorni'". "In quanto messaggeri di questo lieto annuncio, siete pronti - li ha incoraggiati - a recare una parola di speranza alla Chiesa, al vostro Paese, al mondo. Siete pronti a recare il lieto annuncio ai fratelli e alle sorelle che soffrono e hanno bisogno delle vostre preghiere e della vostra solidarieta', ma anche della vostra passione per i diritti umani, per la giustizia e per la crescita di quello che Gesu' dona: amore e pace". Il Papa ha espresso comprensione, e non poteva essere altrimenti, per "le paure e le preoccupazioni" che i ragazzi birmani vivono oggi, ma li ha esortati a seguire invece "i sogni e le speranze". "Coltivate - ha detto loro - la vita interiore, come fareste con un giardino o con un campo. Questo richiede tempo, richiede pazienza. Ma come un contadino sa attendere la crescita della messe, cosi', se saprete aver pazienza, il Signore vi concedera' di portare molto frutto, un frutto che potrete poi condividere con gli altri". L'invito e' dunque a portare il "lieto annuncio" che in Myanmar non significa fare proselitismo ma impegnarsi nella promozione di uno sviluppo umano integrale. "Non abbiate paura - ha suggerito il Papa ai ragazzi - di fare scompiglio, di porre domande che facciano pensare la gente. E non abbiate paura se a volte percepirete di essere pochi e sparpagliati. Il Vangelo cresce sempre da piccole radici. Per questo, fatevi sentire! Vorrei chiedervi di gridare, ma non con la voce, no, vorrei che gridaste con la vita, con il cuore, cosi' da essere segni di speranza per chi e' scoraggiato, una mano tesa per chi e' malato, un sorriso accogliente per chi e' straniero, un sostegno premuroso per chi e' solo. Siate coraggiosi, siate generosi e, soprattutto, siate gioiosi!". "Cari giovani del Myanmar, dopo aver sentito le vostre voci e avervi ascoltato oggi cantare, vorrei applicare a voi queste parole della Bibbia che risuona dentro di me: 'Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!'. Si', sono belli i vostri passi, ed e' bello e incoraggiante - ha concluso Francesco - vedervi, perche' ci recate 'un lieto annuncio di bene', il lieto annuncio della vostra gioventu', della vostra fede e del vostro entusiasmo. Certo, voi siete un lieto annuncio, perche' siete segni concreti della fede della Chiesa in Gesu' Cristo, che reca a noi una gioia e una speranza che non avranno mai fine". Dopo la messa, Papa Francesco ha raggiunto l'aeroporto Internazionale di Yangon per il congedo ufficiale dal Myanmar con il ministro delegato del Presidente. Subito dopo lascera' il Myanmar, a bordo di un B737-800/BIMAN (Bangladesh Airlines) alla volta del Bangladesh. L'arrivo all'Aeroporto Internazionale di Dhaka e' previsto per le ore 15.00 locali (10.00 ora di Roma).