Il presidente Mattarella a Palermo alla Fondazione Chiazzese
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e' giunto intorno alle 10.45 a Villa Zito, a Palermo, per prendere parte al seminario di studi in occasione del 60esimo anniversario della scomparsa di Lauro Chiazzese. Ad accogliere il Capo dello Stato all'ingresso della sede della Fondazione dedicata all'ex magnifico rettore di Palermo, il presidente della Regione Nello Musumeci, il sindaco Leoluca Orlando, e il presidente uscente dell'Ars Giovanni Ardizzone.
La "Fondazione per l'Arte e la Cultura Lauro Chiazzese" e' stata istituita nel 1958 con delibera del Consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele per le Province Siciliane, per "onorare la memoria del suo presidente scomparso, 60 anni fa, Lauro Chiazzese, ex rettore dell'Universita' di Palermo. Sin dalla sua nascita la Fondazione ha svolto e promosso attivita' previste dai suoi fini istituzionali, consistenti nel "perfezionamento culturale e l'addestramento di giovani nelle diverse discipline", nell'attuazione "di studi, ricerche, pubblicazioni ed inchieste" nei vari campi con "particolare riferimento ai problemi delle regioni meridionali in genere e della Sicilia in specie" e nella "raccolta di dati, informazioni, notizie e pubblicazioni e la cura in modo idoneo della loro divulgazione anche mediante attivita' editoriali". Molto vasta e' stata l'attivita' svolta negli anni passati: dalle mostre storico-documentarie alle conferenze, dalle tavole rotonde ai dibattiti e alle iniziative culturali sui temi di carattere economico, sociale, civile. Vivace negli anni la produzione editoriale, con cui sono state create la collana Viaggiatori stranieri in Sicilia, fondata da Leonardo Sciascia, e la rivista quadrimestrale di storia, economia e cultura Nuove prospettive meridionali.
Nato a Mazzarino (Caltanissetta) nel 1903, Lauro Chiazzese, al quale la Treccani dedica alcune pagine nel Dizionario biografico degli italiani, si indirizzo' agli studi giuridici per sua inclinazione e per tradizione familiare (il padre era magistrato di Cassazione). Laureatosi a Palermo in istituzioni di diritto romano con Salvatore Riccobono nel 1924, ne divenne subito assistente e fu poi incaricato dell'insegnamento di istituzioni di diritto romano nell'universita' di Genova dal 1930 al 1933. Libero docente nel 1931, vinse il concorso a cattedra nel 1933: straordinario a Messina nel 1936 passo' a Palermo come ordinario di diritto romano. Dopo la guerra ricopri' importanti incarichi sia accademici sia civili e politici: fu preside della facolta' di giurisprudenza palermitana dal 1947 al 1950, rettore di quella universita' dal 1950 alla morte, membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione dal 1946 al 1948, fu insignito della medaglia d'oro dei benemeriti della Pubblica Istruzione nel 1957. Inoltre, fu membro della Consulta nazionale e segretario regionale della Democrazia cristiana, presidente della Cassa di risparmio "Vittorio Emanuele" dal 1946 e quindi presidente dell'Ente siciliano di elettricita' (in quest'ultima carica realizzo', tra l'altro, l'importante elettrodotto che congiunge la Sicilia alla penisola). "Il contributo di Chiazzese alla scienza romanistica - ricostruisce la Treccani - puo' compendiarsi nella apologia del metodo e dei principi del Riccobono, nell'aver collaborato cioe' alla definitiva vittoria di quella che veniva intesa allora come una crociata e che fu davvero la piu' appassionante battaglia scientifica della romanistica del nostro secolo: la revisione del metodo interpolazionistico, contro gli epigoni della scuola pandettistica". Sull'Archivio giuridico del 1930 pubblico' il suo primo articolo, dal titolo Nuovi orientamenti nella storia del diritto romano. Rassegna di letteratura romanistica: una lucida e sostanziosa puntualizzazione della problematica di fondo della scienza romanistica. Gia' da questo saggio appaiono chiari i due obiettivi sui quali egli intende impostare il discorso di difesa delle tesi riccoboniane: da una parte un organico ripensamento dell'evoluzione del diritto romano, sulla base delle nuove prospettive aperte dal Riccobono, dall'altra un ampio lavoro esegetico. Questi due obiettivi egli persegue congiuntamente e realizza puntualmente nelle due opere maggiori: l'Introduzione allo studio del diritto romano privato e i Confronti testuali:opera sintetica, e panoramica l'una, analitica ed esegetica l'altra. Riccobono stesso si riconobbe pienamente nella sua opera, affermando che il discepolo aveva "posto le mie dottrine forse in miglior risalto di quanto io stesso non abbia fatto nelle mie opere".