Dell'Utri, la Procura di Caltanissetta: "Sospendete la pena"
Per l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, in carcere per scontare una condanna definitiva a sette anni per concorso in associazione mafiosa, la Procura generale di Caltanissetta ha chiesto la sospensione della pena. L’istanza è stata presentata nel corso del giudizio di revisione, avviato su richiesta della difesa dell’imputato alla Corte d’Appello nissena. I legali di Dell’Utri hanno basato il ricorso sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha dichiarato illegittima la condanna inflitta, per lo stesso reato, all’ex numero due del Sisde Bruno Contrada.
Marcello Dell’Utri aveva iniziato lo sciopero della fame il 7 dicembre, poi interrotto, dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza di respingere la richiesta di sospensione della pena per gravi motivi di salute. «Preso atto della sentenza con cui il Tribunale di sorveglianza decide di lasciarmi morire in carcere ho deciso di farlo di mia volontà adottando da oggi lo sciopero della terapia e del vitto», aveva detto ai suoi avvocati, Alessandro De Federicis e Simona Filippi, nel carcere di Rebibbia.
A metà dicembre, a Palermo, nell’aula bunker dell’Ucciardone durante la requisitoria del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, l’accusa ha definito Marcello Dell’Utri «l’opzione politica individuata da Cosa nostra, da Riina in persona». Il pm Roberto Tartaglia aveva messo a fuoco anche il ruolo dell’ex senatore: «Dopo Lima Cosa nostra cerca una interlocuzione con l’imputato Marcello Dell’Utri. Il tentativo di contatto nasce tra la fine del 1991 e il primo semestre del 1992».