Palermo, Mori all'Ars: insorge il Movimento 5 Stelle
Il titolo e' "Generale Mori - Un'Italia a testa alta". Un docufilm che mercoledi' sara' proiettato a Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale siciliana, nella 'Sala Mattarella', dedicata a Piersanti, il presidente della Regione ucciso dalla mafia 38 anni fa. L'iniziativa e' di Vittorio Sgarbi, assessore regionale ai Beni culturali. E' lui a rendere noto l'appuntamento fissato alle 11, "in collaborazione con il presidente dell'Ars Gianfranco Micciche'". La proiezione sara' preceduta da un incontro al quale, "oltre a Sgarbi e Micciche', saranno presenti il generale Mario Mori e il colonnello Giuseppe De Donno", imputati nel processo Stato-mafia. Ed e' subito polemica. Mesi fa la Sala era stata vietata dall'allora presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone all'ex governatore Toto' Cuffaro, condannato per favoreggiamento alla mafia. E ora va giu' duro il vicepresidente dell'Assemblea Giancarlo Cancelleri, leader siciliano del Movimento cinque stelle: "E' una vergogna. Con tutto il garantismo che vogliamo, resta il fatto - dice all'AGI - che Mori e' imputato in un processo importante per l'Italia e la Sicilia. Qui siamo all'assoluzione preventiva. Sgarbi non e' nuovo a queste iniziative e adesso trova la sponda del presidente dell'Ars Micciche'".
Prosegue Cancelleri: "A questo punto e' importante capire come reagira' il presidente della Regione Nello Musumeci, che e' stato a capo dell'Antimafia regionale, rispetto a un atto gravissimo e irrispettoso della storia della nostra terra: non puo' stare in silenzio".
Il docufilm di Ambrogio Crespi e' "la storia italiana degli ultimi cinquant'anni", viene spiegato nella scheda, "raccontata da un uomo che l'ha vissuta da protagonista. Lo sguardo di chi oggi ha 18 anni e questa storia la conosce poco. Momenti drammatici: il Generale Dalla Chiesa, Aldo Moro, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, fratture nella coscienza civile di un intero paese raccontate per la prima volta da chi e' sempre stato in prima fila nella lotta al terrorismo e alle mafie, lontano da visioni ideologiche sempre e comunque dalla parte dello Stato e delle istituzioni. Comandante del IV battaglione di Padova fino al comando dei Ros, prefetto e direttore del Sisde, Mori viene raccontato come mai prima d'ora da chi si definiva un suo nemico e dagli amici che ancora oggi lo chiamano 'Comandante unico' Il tratto umano, il racconto rigoroso ancorato nella memoria svela un punto di vista sorprendente carico di emozioni e rivelazioni".