Clochard bruciato vivo a Palermo, i pm chiedono un ergastolo
I pubblici ministeri Alfredo Gagliardi e Maria Forti hanno chiesto la condanna all'ergastolo, piu' un anno di casa di lavoro, per l'ex benzinaio Giuseppe Pecoraro, imputato dell'omicidio pluriaggravato ai danni di Marcello Cimino, un clochard arso vivo mentre dormiva nella Missione di San Francesco dei frati cappuccini di Palermo. Il delitto risale all'11 marzo scorso e l'assassino lo ha confessato: fu infatti inquadrato dalle telecamere di sicurezza della struttura religiosa di assistenza mentre gettava del liquido infiammabile addosso alla vittima designata e poi gli dava fuoco, trattenendo Cimino finche' le fiamme non divamparono. Il delitto e' dovuto a motivi di gelosia e maturo' in un ambiente di assoluto degrado: l'omicida e la vittima mangiavano alla mensa caritatevole cosi' come la donna che si contendevano. I difensori di Pecoraro sostengono che l'imputato non sarebbe stato del tutto capace di intendere e di volere, ma una perizia lo ha giudicato in grado di capire perfettamente. I familiari della vittima, che si era separato dalla moglie e aveva cominciato a vivere come un barbone, si sono costituiti parte civile e hanno chiesto un risarcimento di due milioni di euro.