Modica, all'ospedale "Maggiore" celebrata la preghiera per la Città
"Grazie, Signore, perché nonostante la mia vita non sia stata facile, mi hai dato la forza di andare avanti. Ti chiedo di dare sempre la forza ai miei familiari che non si stancano mai di prendersi cura di me”. Nelle parole semplici di una giovane dolcissima e fragile, la preghiera di quanti soffrono innalzata a Dio nella messa per la città celebrata ieri pomeriggio nella cappella dell'Ospedale 'Maggiore' di Modica. Una scelta, quella del luogo, non casuale, essendo stata dedicata proprio agli ammalati la preghiera per la città del mese di febbraio. A presiedere la celebrazione eucaristica e l'adorazione è stato il vicario generale della diocesi, don Angelo Giurdanella. A concelebrare il cappellano dell'ospedale, don Giorgio Cicciarella. Una celebrazione che cade all'inizio della Quaresima. “Un momento che è un dono di Dio, non un pedaggio che paghiamo a lui”, ha ribadito il vicario generale. “Preghiera, digiuno e carità: questi sono i segni propri della Quaresima. Pregare è instaurare una relazione con Dio e con gli altri. La preghiera per la città, per quanti soffrono in questo ospedale e in tanti altri luoghi, è motivo di relazione”. E l'appello: “L'invito a chi sta bene a non passare oltre in fretta. Il mio prossimo è l'uomo che incontro nel bisogno. I malati guariscono più facilmente se non si sentono abbandonati, esclusi. Se sentono l'incoraggiamento degli altri, della città, di chi si occupa di loro. Per questo un grazie va a quanti si fanno carico della loro sofferenza: medici, personale sanitario, tutto il personale dell'ospedale, i volontari”. La raccolta delle offerte, ha chiarito il cappellano, andrà per aiutare una famiglia individuata dalla Caritas. Dopo la messa, l'adorazione eucaristica con le preghiere spontanee. Prima una volontaria della Lilt: “Signore, apri i nostri cuori perché riconosciamo in ogni povero il tuo volto e la tua presenza. Aiutaci a valorizzare l'unicità di ogni persona”. Poi un'altra volontaria dell'Unitalsi: “Fa che riusciamo sempre a essere occhi, mani e piedi di coloro che non possono muoversi, parlare, vedere”. Il vicario generale ha pregato per “le donne e gli uomini che si presentano per essere eletti il prossimo 4 marzo. Perché cerchino sempre e soltanto il bene comune. Davanti al male che deturpa le nostre città, l'egoismo, l'indifferenza, intervengano con leggi giuste, che guardino a chi è indifeso. Illuminali, perché si superi la cultura dello scarto”. “Questo momento, che ci spinge a seguire passi precisi di giustizia, ci lascia un impegno: dedichiamo del tempo agli ammalati”. Il cappellano dell'Ospedale ha infine pregato perché “ogni vita venga curata e mai buttata”. La prossima preghiera per la città sarà a ridosso della Pasqua, il 23 marzo, con un ritiro spirituale dalle suore Benedettine. Padre Gianni Treglia, missionario, terrà una meditazione sulla passione.