Omicidio Nicosia a Ragusa per un debito, 4 imputati condannati
Il gup del tribunale di Ragusa, Andrea Reale, ha emesso la sentenza con rito abbreviato per l'omicidio di Salvatore Nicosia, conosciuto con il soprannome di Turi Mazinga, commerciante di autoricambi di Vittoria, ucciso a colpi di fucile il 12 settembre 2016. Confermate le richieste di condanna del pm Andrea Sodani: 30 anni di reclusione per Giacomo Iannello, messinese residente a Vittoria, che il pm aveva indicato come organizzatore dell'omicidio premeditato di Nicosia. Per il padre di Giacomo, Carmelo Iannello, 74enne e Giuseppe Scionti 29 anni, confermati 16 anni di reclusione con aggravanti equivalenti alle attenuanti, e per Yvan Cacciolla, diciottenne all'epoca del delitto, pena di 10 anni di reclusione per concorso morale nell'omicidio. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Enzo Giannone e Salvatore Centorbi, difensori di Giacomo 50 anni e Carmelo Iannello 74 anni, padre e figlio, coimputati del delitto insieme a Giuseppe Scionti ed Yvan Cacciolla difesi dall'avvocato Cesare Santonocito dal Foro di Messina. Le parti civili erano sostenute dagli avvocati Daniele Scrofani, Enrico Cultrone, Giovanni Lombardi e Daniele Drago. Giacomo Iannello, secondo quanto ricostruito nella requisitoria del pm Andrea Sodani, avrebbe cercato per un anno intero qualcuno per porre fine alle liti con Nicosia, anche uccidendolo, perche' avrebbe minacciato la sua famiglia per il pagamento di un debito. Giacomo Iannello aveva anche assunto una guardia giurata per vigilare sui suoi cari. Il padre Carmelo e Scionti avrebbero commesso il delitto mentre Giacomo Iannello li avrebbe attesi per la fuga. Cacciolla, per il pm, era comunque a conoscenza della spedizione di morte che e' stata messa in atto il 12 settembre del 2016. Il gip ha disposto anche una provvisionale per le parti civili di complessivi 1,3 milioni di euro.