Sicilia: 411 milioni per le "grandi rotte digitali" nel Mediterraneo
Oltre 400 milioni di euro per intercettare e costruire le grandi rotte digitali nel Mediterraneo. E' il piano della Regione siciliana. "Abbiamo sostituito la strategia di Agenda digitale rispetto al precedente governo, modificandola fino in fondo", ha spiegato il vicepresidente della Regione Gaetano Armao, assessore all'Economia, presentando nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans, i contenuti di Agenda digitale, programma di investimenti sull'innovazione tecnologica che parte quest'anno. Non piu' un semplice elenco di cose da fare, "ma una strategia nuova, attraverso la quale passa una nuova cultura della conoscenza, stabilire nuovamente la centralita' della Sicilia nel Mediterraneo sulle grandi rotte digitali che lo attraversano. L'idea e' di restituire ai siciliani, alle imprese e alla societa' civile, la possibilita' di essere nel mondo digitale con la piena cittadinanza digitale". L'impatto del programma, ha proseguito, e' di 411 milioni di euro, "ma potra' essere integrato con ulteriori ampliamenti e progetti sponda".
Anche un'altra novità è stata annuciata da Armao: "Addio al data center della Sicilia in Valle d'Aosta: entro fine anno avra' sede nell'Isola. Sara' un riferimento non solo per i dati regionali, ma anche per le amministrazioni pubbliche." La struttura tornera' a Palermo e avra' sede in un immobile appositamente adibito. "L'idea e' quella che attraverso la centralita' digitale possiamo restituire alle imprese siciliane e alla societa' civile la capacita' di essere nel mondo digitale con piena cittadinanza. Una cittadinanza senza il digitale - ha detto - e' una mezza cittadinanza e la web reputation e' essenziale, refluira' inevitabilmente sulle attivita' lavorative e sui rapporti sociali. Vogliamo offrire alle imprese piena cittadinanza digitale per consentire di competere in un mondo in cui le transazioni sono sempre piu' digitali". Armao ha parlato anche di un disegno di legge per rilanciare gli open data: "Nel 2013 eravamo i primi in Italia su questo tema, poi abbiamo trascurato questo sistema e siamo arrivati agli ultimi posti".