Latitante si lancia da 5 metri per fuggire, arrestato a Catania
Nella mattinata di ieri, la Polizia di Stato ha tratto in arresto Prospero Alessandro Censabella, 42 anni, pregiudicato, latitante, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, dovendo espiare la pena di tredici anni e sette mesi per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, e spaccio di sostanze stupefacenti.
Alla fine del mese di novembre del 2017, l’uomo raggiunto dalla citata misura restrittiva, relativa alla sentenza di condanna, emessa in data 18.10.2013 dal Tribunale di Catania, divenuta definitiva a seguito della pronuncia della Corte Suprema di Cassazione, ricercato dagli uomini della Squadra Catturandi della Mobile di Catania si rendeva irreperibile.
Figlio di Arturo Censabella, inteso “’u scienziato”, pregiudicato, elemento di rango apicale del disciolto clan “’a Savasta” detenuto ergastolano, l’uomo era stato tratto in arresto nell’ambito di due note operazioni della Squadra Mobile etnea, segnatamente ”Game Over” condotta nel mese di novembre 2001 nei confronti di numerosi esponenti del clan Sciuto “Tigna” ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni e rapine, ed “Ouverture”, in esecuzione di tre distinte misure cautelari nei confronti di 84 persone ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, e spaccio di sostanze stupefacenti ed altri reati.
Personale della Mobile, stante la caratura criminale del soggetto avviava un’intensa attività di indagine che aveva il suo acme all’alba di ieri 29 marzo, allorquando appurava che il latitante aveva fatto rientro presso la propria abitazione, ubicata nel rione di San Cristoforo.
Gli uomini della Catturandi, dopo avere pianificato l’operazione della cattura, decidevano di entrare in azione, “cinturando” preventivamente la zona.
L’intervento si rivelava particolarmente difficile atteso che, dopo avere fatto ingresso nel portone dello stabile, il personale della Catturandi trovava il corridoio che conduce nel cortile dove è ubicato l’appartamento di Censabella chiuso da un pesante portone in ferro.
Dopo essere riusciti a superare detto ostacolo, fatto ingresso nell’abitazione si accorgevano che l’uomo aveva tentato invano di sottrarsi alla cattura lanciandosi da un balcone sito al primo piano che dava sul retro dello stabile, da un’altezza di 5 metri circa, ma veniva prontamente bloccato da un equipaggio dipendente ivi dislocato.
Censabella, dopo essere stato accompagnato presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, ove i medici gli riscontravano un trauma distorsivo alla caviglia sinistra veniva associato presso la casa circondariale di Catania - piazza Lanza.