Vendevano illegalmente armi in Medio Oriente, 2 arresti a Roma
I finanzieri del Comando provinciale di Roma impegnati nell'operazione "Droneranger" hanno individuato un'organizzazione dedita alla produzione e all'esportazione illegale in Medio Oriente di materiale di armamento destinato a forze armate straniere. I due promotori, un ingegnere svizzero e un imprenditore romano, sono finiti agli arresti domiciliari mentre i loro cinque collaboratori, residenti a Roma e provincia, sono indagati. Con l'esecuzione delle misure cautelari sono state anche interrotte le operazioni commerciali, con contratti gia' sottoscritti per circa 3.600.000 euro ed ulteriori accordi in fase di definizione per la protezione di siti strategici, del valore di 36 milioni di euro. In sostanza, sottolineano gli investigatori, "un business di livello mondiale, con numerosi ulteriori clienti, gia' interessati a sottoscrivere accordi di fornitura, e progetti in fase di costante aggiornamento". Dalle indagini condotte dalla Compagnia di Pomezia, coordinata dalla Procura di Velletri, e' emerso che presso un'azienda pometina, specializzata in studio e progettazione di apparati elettronici, era stato realizzato un sistema di puntamento e inibizione al volo di veicoli a pilotaggio remoto (A.P.R.) mediante l'utilizzo di un'ampia gamma di radiofrequenze, anche di tipo vietato in quanto di possibile disturbo per le radiocomunicazioni nazionali.
Una volta ultimato il montaggio, il sistema cosiddetto "droneranger" avrebbe dovuto essere esportato all'estero, per essere dapprima testato in un sito spagnolo alla periferia di Madrid e, successivamente, venduto a clienti arabi. Le Fiamme gialle hanno pero' accertato che nessuna richiesta di autorizzazione all'esportazione era stata presentata alle autorita' competenti. Il sistema, per caratteristiche fisiche, costruttive e di impiego, e' stato classificato quale materiale di armamento, come confermato dai consulenti tecnici che hanno esaminato il "droneranger": e l'export di tale materiale sensibile e' subordinata a specifico permesso da parte del ministero degli Esteri.
Nel corso delle indagini, condotte anche mediante intercettazioni telefoniche di utenze nazionali ed internazionali, e' stata ricostruita l'intera filiera dell'attivita' commerciale, consentendo, tra l'altro, di individuare i clienti finali della commessa in forze armate di Paesi stranieri del Medio Oriente.
Sono stati rilevati anche numerosi contatti con primari istituti di credito nazionali e stranieri e con aziende multinazionali, per ottenere fideiussioni bancarie finalizzate alla sottoscrizione di molteplici contratti in campo militare.
Nel corso delle perquisizioni, eseguite contestualmente all'ordinanza, e' stato sequestrato copioso materiale, tra cui contratti, droni, fucili antidrone e componentistica varia degli apparati radar inibitori di volo.