Modica, Nicosia e Mistretta: fronte comune per riaprire i Tribunali
Riaprire i trentuno tribunali e le 220 sezioni straccate che, cinque anni fa, sono stati soppressi dalla legge di riforma della geografia giudiziaria in Italia. E’ questa la proposta che arriva dal coordinamento nazionale che si sta costituendo su iniziativa dei vari comitati che sono sorti nel Paese per difendere la giustizia di prossimità. L’input è partito dalla Sicilia, da Mistretta e Nicosia (due delle sedi giudiziarie soppresse nell’isola insieme a quella di Modica) e si estenderà in tutte le realtà che contestano l’accorpamento dei cosiddetti Tribunali minori a quelli dei capoluoghi di provincia.
Il comitato Pro tribunale di Modica, nella riunione svoltasi al Comune, ha aderito al coordinamento nazionale sottolineando come, in questi cinque anni, la funzionalità della giustizia non sia migliorata. “La riforma si è rivelata un fallimento - si afferma nella nota stilata dal comitato di Nicosia - non si è avuto alcun risparmio ma aumenti della spesa pubblica e privata”.
“A fronte di queste iniziative – è stato rilevato dal portavoce del comitato modicano, Enzo Galazzo – non si registra, purtroppo, nessuna attività da parte del presidente del Tribunale di Ragusa, del procuratore e dell’ordine degli avvocati per utilizzare al meglio le strutture esistenti nel territorio come il Palazzo di giustizia di Modica e l’edificio della sede staccata di Vittoria. Si preferisce continuare ad utilizzare un immobile che manca di troppi requisiti di sicurezza (il Palazzo di giustizia di Ragusa) o a spendere soldi pubblici per affittare locali per nulla adatti allo svolgimento di attività giudiziarie, lasciando chiuso il Palagiustizia di Modica, uno dei più moderni ed efficienti d’Italia.
Ma c’è di più. Nel corso della riunione del comitato modicano è stato reso noto che il bando per la ricerca di locali dove sistemare alcuni uffici giudiziari di Ragusa ha ricevuto tre offerte che, a quanto pare, non sarebbero state ancora esaminate. E’ stato rilevato che sarebbero in corso procedure a dir poco discutibili per gli enormi oneri che ne derivano: in netto contrasto coi presupposti della legge di riforma improntata sul risparmio e sulla efficienza e celerità della giustizia.
E’ stato, poi, deciso che, in attesa che si formi il nuovo Governo nazionale, si è deciso di percorrere anche la strada del coinvolgimento della Regione siciliana per riaprire i Tribunali di Modica, Nicosia e Mistretta, sfruttando la l’applicazione del comma 4 bis dell’articolo 8 dell decreto legislativo 155/12 che consentirebbe, in via sperimentale e senza limiti di tempo, l’esercizio di “funzioni giudiziarie” nei locali degli uffici soppressi, mediante una convenzione tra Ministro della Giustizia e Regione, con oneri e spese a carico di quest’ultima.
Questa “pista” sarà battuta dai rappresentanti del comitato modicano insieme ai colleghi di Nicosia e Mistretta. Per questo, il Comitato ha impegnato il sindaco di Modica, Ignazio Abbate - che si è dichiarato immediatamente disponibile - a chiedere ed ottenere, d’intesa coi sindaci dei comuni di Nicosia e di Mistretta, un incontro con il presidente della Regione, Nello Musumeci, per sollecitare la sottoscrizione della convenzione che porterebbe alla riapertura di tre importanti presìdi giudiziari la cui soppressione ha causato, fino a questo momento, solo disagi ai cittadini e agli operatori della giustizia.
Alla riunione del comitato pro Tribunale di Modica ha anche partecipato, in rappresentanza del Comune di Pozzallo, l’assessore Pinuccio Giudice. Una presenza non di poco conto in termini di giustizia di prossimità. Pozzallo, infatti, rappresenta un “obiettivo sensibile” per l’esistenza di un porto e, soprattutto, per l’emergenza sbarchi. Un presidio di legalità come il Tribunale di Modica è fondamentale per garantire maggiore sicurezza alla zona orientale iblea e risposte immediate alle richieste di giustizia provenienti da un comprensorio di quasi centoventimila abitanti.
NELLA FOTO, il Palazzo di giustizia di Modica.