Gennuso interrogato a Catania: "Sono miei i 400 voti di Avola"
E' durato un'ora e 20 minuti l'interrogatorio di garanzia del deputato all'Ars, Giuseppe Gennuso, da lunedì sera agli arresti domiciliari nella sua villa di Rosolini, con l'accusa di voto di scambio politico-mafioso in concorso. Il parlamentare è entrato nella stanza del gip del tribunale di Catania, Giuliana Sammartino, alle 11,10, accompagnato dall'avvocato Mario Fiaccavento e da un collaboratore dello studio Granata. Gennuso, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato collaborativo ed ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste dal giudice. Nell'interrogatorio di garanzia era presente pure un pm della Direzione distrettuale antimafia. Il deputato e commissario di Forza Italia della zona sud della provincia di Siracusa, ha negato ogni addebito e soprattutto di non avere mai dato denaro al clan mafioso di Avola in cambio di voti. Gennuso ha pure precisato che le 400 preferenze ottenute ad Avola, sono dei suoi elettori, quindi nessun apporto da parte del clan, ricordando al Gip che nel 2012 i voti nella città esagonale erano stati più del doppio. Non sarebbero emersi nuovi elementi al di là dell'ordinanza di custodia cautelare, dove emerge dalle intercettazioni, che sarebbero stati i presunti affiliati al clan a mettere a disposizione il loro pacchetto di voti in cambio di denaro.
Il gip ha negato la remissione in libertà di Gennuso ed i suoi difensori hanno annunciato che presenteranno istanza al tribunale del Riesame.