Corruzione a Catania, ex deputato Forzese non risponde al giudice
Scena muta dinanzi al gip di Catania Giuliana Sammartino per l'ex deputato dei centristi Marco Lucio Forzese e per il direttore dell'Ispettorato territoriale del lavoro di Catania Domenico Tito Amich finiti agli arresti domiciliari giovedi' scorso per corruzione nell'ambito dell'operazione "Black job". I due assistiti dagli avvocati Mario Brancato e Salvo Tronmbetta si sono avvalsi della facolta' di non rispondere, rimandando al Tribunale della liberta' la scelta di difendere la loro posizione nel complesso meccanismo di corruzione scoperto dai militari del nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di finanza.
Hanno invece risposto gli altri due indagati finiti ai domiciliari: Maria Rosa Trovato, responsabile dell'ufficio legale dell'Ispettorato, e Antonino Nicotra, gia' consigliere comunale di Forza Italia. Nicotra, assistito dall'avvocato Tommaso Tamburino, ha chiarito, secondo quanto ha riferito il suo legale, la sua posizione riguardo "un intervento finalizzato ad ottenere atti dovuti senza promettere nulla". Trovato, secondo il suo avvocato Enzo Merlino, ha chiarito che in nessun caso si e' occupata di ordinanza di archiviazione del procedimento amministrativo, dichiarandosi estranea ai fatti.
Al vaglio della magistratura episodi di corruzione da parte di Amich in cambio della sparizione di fascicoli con sanzioni amministrative di fatto cancellate a vantaggio di 'grandi elettori' che assicuravano pacchetti di voti ai politici.