Save the Children: Italia vietata ai minori, 1 su 10 in povertà
L'Italia e' un Paese vietato ai minori. Sono quasi 1 milione e 300 mila i bambini e i ragazzi - il 12,5% del totale, piu' di 1 su 10 - che vivono in poverta' assoluta. Oltre la meta' non legge un libro, quasi 1 su 3 non usa Internet e piu' del 40% non fa sport. Sono i dati sconcertanti che emergono dal rapporto di Save the Children "Nuotare contro corrente. Poverta' educativa e resilienza in Italia", diffuso in occasione del lancio della campagna "Illuminiamo il Futuro per il contrasto alla poverta' educativa".
In Italia i minori, denuncia la Ong, non riescono a emanciparsi dalle condizioni di disagio delle loro famiglie e non hanno opportunita' educative e spazi per svolgere attivita' sportive, artistiche e culturali, sebbene siano moltissimi i luoghi abbandonati e inutilizzati che potrebbero invece essere restituiti ai bambini per favorire l'attivazione di percorsi di resilienza, grazie ai quali potrebbero di fatto raddoppiare la possibilita' di migliorare le proprie competenze. Dal rapporto emerge che i quindicenni che vivono in famiglie disagiate hanno quasi 5 volte in piu' la probabilita' di non superare il livello minimo di competenze sia in matematica che in lettura rispetto ai loro coetanei che vivono in famiglie piu' benestanti (24% contro 5%). Tuttavia, tra questi minori, spicca una quota di "resilienti", ragazzi e ragazze che raggiungono ottimi livelli di apprendimento anche provenendo da famiglie in gravi condizioni di disagio. A eccezione della Liguria, nelle regioni del nord piu' di 1 minore su 3 e' resiliente, con punte del 45% in Veneto e 46% in Lombardia; al centro tale percentuale si attesta tra il 20% e il 30% mentre al sud e nelle isole cala sotto la soglia del 20%, con Calabria e Sicilia in fondo alla classifica (rispettivamente al 12% e 14%). Se ai livelli minimi in matematica e lettura si aggiungono anche quelli in scienze, la percentuale di quindicenni resilienti in Italia si abbassa al 20%, percentuale tra le piu' basse in Europa, migliore solo rispetto a Lituania (19%), Malta (18%), Lussemburgo (17%), Slovacchia (16%), Grecia (15%), Ungheria (14%), Bulgaria (9%) e al fanalino di coda Romania (6%). Come favorire la loro resilienza? Lo studio contenuto nel rapporto di Save the Children dimostra che i fattori che aiutano i ragazzi a emanciparsi dalle situazioni di disagio sociale ed economico sono l'aver frequentato un asilo nido (+39% di probabilita'), una scuola ricca di attivita' extracurriculari (+127%), dotata di infrastrutture adeguate (+167%) o caratterizzata da relazioni positive tra insegnanti e studenti (+100%). Di contro, per i minori le probabilita' di sviluppare percorsi di resilienza si riducono tra il 30% e il 70% se vivono in contesti segnati da alti tassi di criminalita' minorile e dispersione scolastica e di quasi due volte se risiedono in aree dove la disoccupazione giovanile e' piu' alta della media nazionale.
Il contesto nel quale si cresce, la "comunita' educante" che puo' attivarsi attorno a un bambino e a un ragazzo, puo' avere dunque un ruolo decisivo nella riduzione delle diseguaglianze di origine. E' dunque fondamentale per Save the Children investire su questi aspetti per fronteggiare la drammatica condizione di poverta' educativa che colpisce i minori in Italia. Nel nostro Paese, riferiscono i dati, un quindicenne su 5 non raggiunge le competenze minime in lettura e in matematica; quasi il 14% dei ragazzi abbandona gli studi prima del tempo; circa la meta' degli alunni non usufruisce della mensa a scuola, il tempo pieno e' assente da 7 classi delle scuole primarie e da 9 classi delle scuole secondarie su 10, mentre appena 1 bambino su 10 frequenta l'asilo nido o un servizio per la prima infanzia.
"L'Italia e' un Paese vietato ai minori, dove assistiamo all'abbandono e al degrado in cui versano tantissimi spazi pubblici, che invece potrebbero fare la differenza ed essere utilizzati dai bambini e dai ragazzi che vivono in contesti svantaggiati per svolgere attivita' sportive, artistiche e culturali", afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children. "Luoghi che - sottolinea - per tanti di loro potrebbero rappresentare un'opportunita' reale per riscattarsi, uscire dalle difficolta' piu' forti di prima, migliorare i risultati scolastici e coltivare capacita', sogni e aspirazioni. Dobbiamo fare di tutto per restituire ai minori questi luoghi e per incentivare la loro capacita' di resilienza, la loro volonta' e determinazione a nuotare contro corrente, a superare le onde degli ostacoli che sono costretti ad affrontare ogni giorno e a spezzare cosi' finalmente il circolo vizioso della poverta'".