Truffe: la finanza denuncia 317 falsi braccianti nel Brindisino
Figuravano come dipendenti di aziende agricole della provincia di Brindisi, percepivano stipendi, contributi e indennita' di disoccupazione ma in realta' non lavoravano: 317 falsi braccianti sono stati scoperti e denunciati dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brindisi, in collaborazione con il personale ispettivo dell'I.N.P.S. e dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro.Le denunce sono arrivate a conclusione di un'attivita' investigativa protrattasi per nove mesi, sotto la direzione della Procura della Repubblica, finalizzata a contrastare il "lavoro nero" nel settore agricolo. Le indagini si sono sviluppate su tutti i 20 Comuni della provincia di Brindisi, nell'ambito delle giurisdizioni delle 23 Stazioni Carabinieri delle quattro Compagnie Carabinieri appartenenti al Comando Provinciale, ovvero quelle di Brindisi, San Vito dei Normanni, Francavilla Fontana e Fasano. Fondamentale l'osmosi info-operativa fra il Reparto Speciale dell'Arma e i Carabinieri della Territoriale. Falsi contratti di affitto di terreni agricoli in provincia di Brindisi erano il perno su cui per cinque anni ha fatto leva un imprenditore brindisino di 50 anni per raggirare l'Inps, con la truffa dei falsi braccianti scoperta e denunciata dai carabinieri. Producendo i contratti di affitto (all'insaputa dei legittimi proprietari), l'uomo ha determinato un aumento esponenziale della superficie aziendale coltivata, che ha prodotto quale conseguenza l'aumento delle giornate agricole per la conduzione degli stessi e quindi di forza bracciantile. Come hanno spiegato i carabinieri, a ogni appezzamento di terreno corrisponde per legge una quantita' di giornate lavorative determinate a seconda della coltura praticata per cui e' ammesso il contributo. Questo meccanismo ha pertanto consentito agli indagati di conseguire indebitamente - senza aver mai prestato alcuna giornata lavorativa - il diritto a prestazioni previdenziali e assistenziali altrimenti non dovute, erogate dall'INPS, facendo altresi' ottenere agli stessi falsi braccianti agricoli la costruzione artificiosa di una posizione assicurativa, finalizzata a garantire una futura pensione non spettante. Una volta intuito il meccanismo, gli investigatori hanno identificato e ascoltato numerosi ignari proprietari di appezzamenti agricoli, nella quasi totalita' carciofeti, i quali hanno dichiarato di non aver mai affidato la conduzione dei loro terreni al citato 50enne, nonche' di disconoscere le firme apposte in calce sui relativi contratti di affitto. I terreni agricoli caricati falsamente nella denuncia aziendale erano il presupposto per accreditare circa 12.000 giornate agricole all'anno a fronte di un reale fabbisogno di circa 1.000 giornate agricole annue.