Tentata estorsione contro un imprenditore nell'Ennese, tre arresti
Avevano ricostituito lo storico clan di Cosa nostra nella citta' della Dea di Morgantina, smantellato dopo i numerosi blitz delle forze dell'ordine. Tre gli arresti ad Aidone, nell'Ennese, nell'operazione "Ottagono", per associazione a delinquere di stampo mafioso e tentata estorsione. La polizia di Stato, in particolare la Squadra mobile di Enna, coordinata dalla Dda di Caltanissetta, ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare a carico dei pregiudicati Isidoro Di Pino, 66 anni, ritenuto il boss del clan e gia' sottoposto a sorveglianza speciale, e Filippo Scivolo, detto "contrabbuffo", 47 anni, nonche' dell'operaio forestale Giuseppe Micciche'.
Tra i reati contestati, l'estorsione ai danni di imprenditore edile, al quale e' stato imposto di pagare un "contributo" e che, a seguito del suo rifiuto, ha subito un grave danneggiamento. Scivoli avrebbe peraltro esercitato influenze sul Comune di Aidone, in particolare, nella gestione della raccolta dei rifiuti e del taglio degli alberi, oltre che nell'organizzazione di spettacoli a vantaggio del chiosco bar "Ottagono" da lui gestito di fatto. Secondo quanto accertato, nel 2014, Isidoro Di Pino, una volta tornato in liberta', aveva cercato di riprendere le redini del clan avvicinandosi a Filippo Scivoli, di Aidone, imprenditore coinvolto in alcune vicende in Nord Italia che lo avevano portato a essere vittima di un tentato omicidio. Progetti di 'rinascita' che facevano leva sulla stretta vicinanza al boss della Sicilia orientale, Salvatore Seminara, che, scarcerato nel 2013 per scadenza dei termini di custodia cautelare, si era posto al vertice della cosca di Caltagirone, esercitando una pesante influenza anche su Catania. Inoltre, gli aidonesi si era legati strettamente anche al clan di Raddusa - della quale facevano parte i fratelli Rino e Giuseppe Simonte, controllata dallo stesso Seminara. Dal complesso delle attivita' investigative, svolte dalla Sezione Criminalita' organizzata e straniera della Squadra mobile di Enna, e' emerso come il prevalente interesse di Cosa nostra ennese fosse tuttora rivolto alle attivita' estorsive ai danni di imprenditori: la "messa a posto" ai danni di imprenditori tramite la corresponsione di ingenti somme di denaro.