Scuola di Architettura, crollo degli iscritti a Siracusa: 80 allievi
C’era una volta l’Università a Siracusa. Era il 1997, il centro storico della città aveva intrapreso quel percorso di rinascita dopo anni di abbandono e trascuratezza e si pensò bene di intrecciare formazione, cultura e rilancio con l’istituzione della scuola, allora facoltà, di Architettura. In quel periodo l’unica sede in Sicilia era a Palermo e la città salutò con entusiasmo questa trasformazione in sede universitaria. Alcuni anni dopo, avendo sempre come sede di riferimento l’Università di Catania, ebbero vita due nuovi corsi, questa volta di durata triennale, legati ai Beni Culturali. La città, in cui l’arte greca e il barocco si fondono e a distanza di secoli rivivono nel quotidiano, sembrava avere completezza culturale in corsi universitari legati alla storia, all’archeologia e alla conservazione nel tempo dei propri monumenti. Erano gli anni vivaci dei primi locali frequentati da studenti, era il tempo in cui la storica sede del distretto militare, la caserma Abela, veniva restituita alla città per diventare sede delle tre facoltà, risultato di un accordo tra Università di Catania, Comune e Provincia Regionale di Siracusa. Architettura ebbe un boom di iscritti nonostante il numero chiuso, cento in un anno; meno richiesti gli altri due corsi, che tuttavia vantavano docenti di ottimo livello. Di riflesso a questo successo di iscrizioni vennero create anche due “Case dello Studente” in Ortigia, nei quartieri popolari della Graziella e della Giudecca. Poi il declino: primi a lasciare Siracusa per essere trasferiti a Catania i due corsi in Beni Culturali. La facoltà di Architettura, dal 2010 Scuola di Architettura, oggi resiste, ma negli ultimi anni registra un calo preoccupante di allievi. A lanciare l’allarme e a lamentare la scarsa interazione con il Comune aretuseo sono, oltre agli studenti, i docenti, in particolare Caterina Carocci (nella foto), professore associato di Restauro. “In tutta la penisola da qualche anno si osserva un calo nel numero di alunni delle facoltà di Architettura. A Siracusa, in particolare su cento posti messi a bando, riusciamo ad avere, per quest’anno accademico, ottanta iscritti” commenta la docente. “Sono cambiate molte cose dal ’97 -continua la Carocci- lo sviluppo turistico di Ortigia, con il conseguente aumento dei prezzi delle locazioni, ha scoraggiato la residenzialità studentesca nel centro storico, contribuendo da un lato alla diminuzione delle iscrizioni e dall’altro all’assottigliamento, nello stesso centro storico, di un segmento di popolazione residente portatore di vitalità culturale e di carica innovativa”. Un vero e proprio mancato obiettivo per la città e per il territorio della provincia aretusea che non sembra dare a “un corso di laurea nato non a caso a Siracusa” il peso che merita“. Lo stesso preside di facoltà, l’architetto Bruno Messina, aggiunge: “Nonostante la presa di posizione di autorevolissimi personaggi siracusani, ci sembra che da parte della città non ci sia piena comprensione del ruolo della facoltà di Architettura. Noi siamo impegnati in un’attività di comunicazione intensa, gli allievi sono sempre pronti a mettersi a disposizione di tutti gli Enti, dal Comune, alla Soprintendenza, ma ancora oggi si pensa che la facoltà non esista”. La scuola, è bene ricordarlo, è una realtà vivace e riconosciuta sia a livello nazionale che internazionale; ha formato circa 2000 studenti provenienti per lo più dalla Sicilia Orientale, con ottimi risultati e soddisfazioni, come il coinvolgimento dei discenti alla Biennale di Architettura a Venezia, molti professori hanno scelto di vivere a Siracusa ma i problemi e la mancanza di sovvenzioni rendono la sopravvivenza ogni giorno più difficile. “Ortigia innanzitutto che con la sua crescente “vocazione turistica” sta allontanando gli studenti per l’aumento dei canoni di locazione - continua l’architetto Messina - la manutenzione delle case alloggio costa e gli edifici della Graziella, un tempo casa degli studenti, per le loro condizioni, sono stati dismessi a favore di quelli ubicati nel quartiere della Giudecca, anche questi tuttavia con una serie di problemi”. Ma non è solo la diminuzione di finanziamenti il problema, le parole di Caterina Carocci sono chiare: “È necessario che l’Amministrazione Comunale riconosca ed esalti la presenza, il ruolo, e l’importanza della scuola di Architettura. Quest’ultima è, a mio avviso, un bacino inesauribile di riflessione culturale e di energie di cui la città ha profondamente bisogno. Riconoscere il valore della presenza universitaria, favorendo la costruzione di un legame tra la cultura che questa diffonde e la comunità locale, può costituire un tassello della visione della città plurale”. Domani Siracusa avrà un nuovo Sindaco e una nuova Giunta: vedremo se riuscirà a risollevare le sorti di quel che rimane di Siracusa, città universitaria.
Anita Crispino