Migranti, sbarco a Pozzallo: arrestato lo scafista della nave cargo
La Polizia dopo lo sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico del sudanese Abdallah Adam El Tayeb, di 29 anni. Secondo i testimoni e' lui che ha condotto l'imbarcazione partita dalle coste libiche con 113 migranti di varie nazionalita' (in prevalenza sudanesi), soccorsi in mare dalla nave cargo "Alexander Maersk" battente bandiera danese approdata a Pozzallo. Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti erano stati trasferiti presso il locale hotspot per le operazioni di identificazione.Le testimonianze raccolte dal Servizio Centrale Operativo e dalla Squadra Mobile della Questura di Ragusa- con la partecipazione di un'aliquota della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Pozzallo-hanno consentito di sottoporre a fermo lo scafista responsabile di aver condotto la piccola imbarcazione in legno soccorsa. Alcuni sudanesi hanno riferito di aver pagato quasi 5.000 dollari per raggiungere l'Europa. Per loro ogni passaggio da un paese all'altro costava denaro. L'imbarco dalla Libia per l'Italia e' costato circa 700 euro ognuno ma a quelli precedenti per passare le frontiere era stato molto piu' caro. Dalle dichiarazioni dello scafista e' emerso come quest'ultimo si fosse accordato con i libici per condurre il natante. Lo scafista non era stato nella connection house insieme agli altri migranti, segno di un precedente accordo criminale con gli organizzatori libici. Inoltre nel momento in cui sono saliti a bordo, lo scafista dialogava con dei libici che dopo la partenza restavano in spiaggia mentre loro prendevano il largo. E' stato sempre lo scafista a chiamare i soccorsi una volta allontanatisi dalle coste libiche mediante un telefono satellitare, tanto che dopo poco sono stati raggiunti da un velivolo e poi dalla nave mercantile che li ha soccorsi. Ad avvalorare le dichiarazioni dei migranti, testimoni della traversata e quindi delle responsabilita' dello scafista, anche una foto estrapolata da uno dei cellulari sottoposti a controllo nelle fasi di sbarco.La foto acquisita ritrae lo scafista con il timone in una mano e il navigatore satellitare nell'altra.Al termine dell'attivita' di polizia giudiziaria, coordinata dalla Procura di Ragusa, gli investigatori hanno trasferito lo scafista (dopo le formalita' di rito e l'identificazione da parte della Polizia Scientifica) presso il carcere di Ragusa.