Le opere di Pippo Rizzo tornano in mostra a Palermo
Le opere di Pippo Rizzo tornano dopo quasi trent'anni con una mostra dedicata al leader del movimento futurista in Sicilia. Un viaggio a piu' livelli che esplora l'intellettuale, l'organizzatore culturale, l'artista e il rapporto con il suo tempo. Nell'anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, la citta' dunque torna a omaggiare uno dei suoi maestri piu' significativi. Nata dalla collaborazione tra la Fondazione Sicilia e l'Archivio Pippo Rizzo, la mostra "Pippo Rizzo. Dialoghi Futuristi" sara' inaugurata a Villa Zito, giovedi' alle 19. La preview per i giornalisti sara' invece mercoledi' 11 alle 17. Con oltre 70 lavori tra dipinti, disegni, oggetti d'arte applicata, mobili e documenti, la mostra si focalizza attraverso la produzione artistica di Pippo Rizzo sulla straordinaria esperienza del Movimento futurista in Sicilia, mettendone in evidenza la rete di relazioni, affinita' elettive e scambi intellettuali che si svilupparono a partire dalla fine degli anni Dieci del Novecento fino agli ultimi scampoli degli anni Venti. In quegli anni, la fervida attivita' di Rizzo diviene cosi' emblematica di un contesto culturale sorprendentemente all'avanguardia, di una realta' vivace perfettamente allineata con l'idea di "Ricostruzione futurista dell'universo", che si comprende appieno nelle sue connessioni con il resto d' Italia confermando l'artista come un'indiscussa colonna portante del Futurismo siciliano. E, piu' in generale, come un raffinato ed energico intellettuale della prima meta' del Novecento in Sicilia. "L'idea curatoriale - dicono Giulia Gueci e Sergio Troisi - e' quella di raccontare il percorso fatto da Pippo Rizzo all'indomani del suo primo e cruciale soggiorno romano (1919/1921), durante il quale conobbe Balla, Depero, Bragaglia e gli altri, fino agli ultimi anni del decennio, in cui appare evidente l'emergere di una sensibilita' diversa, gia' intrisa delle suggestioni connesse al movimento del Novecento. In particolare si vuole restituire l'atmosfera culturale di quegli anni, mettendo in luce l'importante contributo dato nell'ambito delle arti applicate". "Piu' che una mostra, Dialoghi Futuristi e' stata concepita come un viaggio, in cui la vita, la sensibilita', la creativita' di Pippo Rizzo vengono declinate non solo attraverso le sue opere, ma anche attraverso gli scritti, il rapporto con gli altri artisti, il dibattito culturale", afferma il presidente della Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore. Villa Zito accoglie gia' nella collezione permanente un cospicuo numero di opere frutto di una donazione voluta molti anni fa da Alba Rizzo, figlia dell'artista. Per valorizzare questa trama di percorsi e idee, saranno esposte le opere di Rizzo presenti nelle mostre piu' importanti a cui aderi' - dalle Biennali di Venezia del 1926, del 1928 e del 1930 a quelle della I Mostra di Arti decorative siciliane di Taormina del 1928, fino alle mostre del Sindacato fascista di Belle Arti di Palermo (1928 e 1929) - insieme con molti bozzetti, disegni e oggetti di arte applicata che rivelano la sua intensa attenzione nei confronti dei dettami della "Ricostruzione futurista dell'universo". Dall'acquarello "Autoritratto Futurista" del '21 fino al notissimo "Nomade" del 1929 (proveniente dalla Gam di Palermo), passando per i masterpiece che hanno segnato l'ascesa della sua carriera e l'affermazione nel novero dei futuristi - come il "Il treno notturno in corsa" e i "Lampi" - il visitatore potra' avvertire la febbrile creativita' di quegli anni comprendendone ispirazioni, riferimenti e finalita'. Importante la presenza dello "Schermidore Salafia" del 1928, che, disperso per anni e dopo circa 90 anni di assenza dalla Sicilia, torna a Palermo.
Le stesse opere provenienti dalla donazione Rizzo Amorello, esposte normalmente a Villa Zito, saranno collocate in un percorso completamente differente, in modo da "dialogare" con i lavori dell'artista arrivati in occasione di questa esperienza, per creare nuove chiavi di lettura del percorso di Rizzo. Saranno inoltre presenti i lavori di Giacomo Balla, Fortunato Depero, ma anche Renato Guttuso, che di Rizzo fu allievo, e Paolo Bevilacqua. Asse portante della mostra e' l'esperienza della Casa d'Arte Pippo Rizzo che, sul modello di Balla e Depero, divenne alla meta' degli anni Venti fucina progettuale a 360 gradi, laboratorio di idee e novita' dalla quale verra' fuori non soltanto un lessico pittorico moderno, ma anche una cospicua progettazione di opere d'arte applicata, dai mobili alla grafica: tappeti realizzati dalla M.I.T.O., gli ombrellini, le stoffe ricamate, i disegni dei giocattoli e i bozzetti-collage degli arazzi. In mostra sara' quindi presente il famoso e "spigoloso" salottino futurista di Pippo Rizzo, recentemente esposto alla Fondazione Prada di Milano nell'imponente mostra "Post Gang Tumblr Tum. Art Iife Politics: Italia 1918-1943, concepita e curata da Germano Celant, insieme con i disegni preparatori per altri elementi d'arredo. Interessante a riguardo sara' il confronto con la progettazione e produzione di tappeti e arazzi di Rizzo, Corona e Bevilacqua con quelli di Balla; cosi' come l'accostamento dei "Portatori d'uva" di Rizzo, oggetto di legno laccato, con il celeberrimo pupazzo Campari di Depero e con alcuni suoi straordinari manifesti d'epoca.