Il suicidio di un ragazzo di Avola: il gup assolve cinque poliziotti
“Assolve gli imputati perché il fatto non sussiste.” Si è chiuso con una sentenza pienamente assolutoria, pronunciata alle 14,30 dal Gup del Tribunale di Siracusa Carmen Scapellato ( Pm Vincenzo Nitti), il procedimento penale con rito abbreviato nei confronti di 5 poliziotti del Commissariato di Avola, Gaetano Salafia, 43 anni, conosciuto come “ Lupin”, Luca Macauda, 38 anni, difesi dall’avvocato Sebastiano Troia, ed ancora Massimo Cavallo, 45 anni, Salvatore Alonge, di 43, Emanuele Isidoro, 43 anni, difesi dall’avvocato Raffaele Leone, accusati a vario titolo di omissione di atti d’ufficio, arresto illegittimo, perquisizione arbitraria e lesioni personali ai danni di Sebastiano Caruso, 27 anni, il giovane avolese suicidatosi per i presunti soprusi subiti dai poliziotti quasi una settimana dopo essere stato fermato e sottoposto a controllo dagli agenti della Pg Salafia e Macauda. Il giovane nelle prime ore del 18 giugno si impiccò con un cavo elettrico ad un albero di un terreno agricolo di contrada Bochini. Gli imputati nell’udienza del 18 aprile scorso avevano chiesto di essere ammessi al rito abbreviato. Nell’udienza preliminare del 30 maggio scorso, il Pubblico Ministero Vincenzo Nitti al termine della requisitoria aveva chiesto al Gup la condanna per tutti gli imputati perché ritenuti responsabili penalmente dei reati loro ascritti, chiedendo l’assoluzione per il reato di perquisizione arbitraria per Salafia e Macauda. Il padre, la madre e fratello di Sebastiano Caruso , oltre alla fidanzata Alessia Serrentino, si sono costituiti parte civile affidando la difesa agli avvocati Paolo Signorello e Simona Vaccarisi. Erano stati gli stessi genitori della vittima a presentare tramite l’avvocato Signorello un esposto in Procura dopo la tragedia del congiunto, suicidatisi nelle prime ore del 18 giugno 2016 .Suicidio avvenuto a distanza di sette giorni dal controllo effettuato dai poliziotti ( l’11 giugno). Da parte dell’assistente-capo Salafia, durante la fase dibattimentale sono state smontate pezzo per pezzo le accuse portate in Procura dai familiari . Nell’udienza del 18 aprile scorso la difesa di Salafia ha prodotto al Gup una registrazione ambientale risalente al 16 giugno del 2016 ( due giorni prima del suicidio), relativa ad un incontro casuale tra gli agenti Salafia e Macauda con la vittima, la fidanzata e il padre di quest’ultima. Del tenore dell’incontro casuale era stata data alla Procura una versione pare diversa dalla fidanzata del Caruso, Alessia Serrentino, dalle cui accuse scaturì anche l’avvio del procedimento penale nei confronti dei cinque poliziotti, e in particolare accusando gli agenti Salafia e Macauda di aver ripetutamente colpito il suo ragazzo durante la perquisizione personale quella sera dell’11 giugno. Nella fase processuale è uscito fuori che Sebastiano Caruso qualche ora prima dell’insano gesto, cioè la sera del 17 giugno, si era fatto accompagnare dal padre Franzo dalla convivente nella vicina città di Noto nel tentativo di riappacificare i rapporti con la stessa fidanzata la quale, per quanto dichiarato del padre del ragazzo ai carabinieri di Avola, la stessa quella sera ebbe chiaramente a ribadire di non voler tornare a convivere con lui, anche per la contrarietà dei suoi genitori.. La sentenza di assoluzione emessa oggi dal Gup del Tribunale di Siracusa Carmen Scapellato, scagiona da ogni responsabilità penale ma soprattutto morale i cinque poliziotti i quali sulle accuse mosse si sono protestati sempre innocenti. In particolare le accuse dei familiari si erano concentrate su Gaetano Salafia, vice-sovrintendente e all’epoca dei fatti assistente-capo, conosciuto in città come “ Lupin”, attualmente in servizio al reparto di polizia scientifica della Questura di Siracusa, tra i più attivi e capaci agenti di Pg nell’attività investigativa di contrasto alla criminalità comune e organizzata, più volte premiato per meriti di servizio nello svolgimento di delicate operazioni anticrimine soprattutto di contrasto allo spaccio e detenzione di stupefacenti e armi.
A.D.A.
(Nella foto a sinistra la vittima, Sebastiano Caruso: Nel riquadro a destra il poliziotto Gaetano Salafia conosciuto ad Avola col soprannome di Lupin)