Sicilia, domani all'Ars il ddl di Claudio Fava sulla massoneria
Si incardina domani all'Ars il ddl che prevede l'obbligo per i deputati dell'Assemblea regionale siciliana e gli assessori regionali a dichiarare se siano affiliati o meno ad un loggia massonica. Una dichiarazione dove specificare lo status del deputato, sia in positivo che in negativo. Il ddl era stato presentato dal presidente della commissione regionale antimafia Claudio Fava e approvato all'unanimita' dalla commissione Affari Istituzionali dell'Ars, presieduta da Stefano Pellegrino (Fi). "E' molto probabile - ha detto Pellegrino all'Agi - che pur non essendo previsto all'ordine del giorno nella seduta di domani, la capigruppo decida di mettere il ddl ai voti. E' una necessita' dettata dal fatto che gli elenchi delle logge massoniche sono pubblicati e resi noti alla questura e alla prefettura, ma esistono appendici segrete del tutto ignote. Questo costituisce un indice di pericolo nei legami tra politica, pubblica amministrazione e massoneria. Vi sono altri club service o associazioni come Lions o Rotary, i cui elenchi sono resi noti sempre alle prefetture, che ovviamente non destano la stessa attenzione. La massoneria prevede obbedienza e riservatezza per i soci - ha aggiunto Pellegrino - l'osservazione della regola massonica potrebbe risultare incompatibile con una carica pubblica". Non e' il primo tentativo da parte del presidente dell'Antimafia regionale Fava di mandare in porto un sistema di regole che investe piu' la trasparenza e della classe politica che la compatibilita' con la carica da deputato. Un altro ddl, durante il governo Renzi, era stato proposto al parlamento nazionale, ma non era mai arrivato al voto. Anche Nicola Cristaldi (Alleanza Nazionale) gia' presidente dell'Ars aveva provato a mettere insieme un sistema di principi etici che proteggesse il parlamento da infiltrati nelle logge massoniche, ma fu un insuccesso, come il codice etico dell'allora presidente dell'Antimafia Musumeci, ora presidente della Regione, approvato all'unanimita' nel 2016, incardinato in Aula, ma rinviato sine die.Il delicato percorso legislativo di quest'ultimo, cosi' come il percorso del ddl che scova i deputati massoni, sta nelle misure sanzionatorie. Da un parte l'Ars dovra' disinnescare la possibilita' che, attraverso un sistema sanzionatorio rigido e finora mai contemplato per la classe politica, la legge venga impugnata dal Consiglio dei Minsitri. Dall'altra parte un emendamento molto debole sotto questo profilo, come quello proposto da FI, che prevede solo la pubblicazione sul sito dell'Ars dell'inadempimento del deputato scoperto, rischia di depotenziare e rendere inefficace la norma, anche se entrera' in vigore.