Regione siciliana a caccia di discariche per smaltire scarti
"Speculazioni" sul trattamento dei rifiuti organici? E' il sospetto di alcuni comuni che pur di smaltire le giacenze sono costretti a sostenere costi maggiori scoprendo poi che l'organico affidato a operatori privati e alle piattaforme autorizzate in realtà sarebbe finito negli stessi impianti di compostaggio ai quali avrebbero voluto conferire direttamente i rifiuti a costi inferiori sentendosi respingere la richiesta per insufficiente capacità. Altri sindaci, invece, hanno segnalato alla Regione "di non trovare spazio in alcun altro impianto mentre rivolgendosi a una piattaforma hanno reperito il sito cui conferire ma prezzi notevolmente più alti". Il dubbio, quindi, è che sul trattamento dell'organico ci sia in atto un business dei privati che starebbe appesantendo le casse dei comuni e quindi dei cittadini. Su questo il dipartimento rifiuti della Regione ha aperto una indagine per verificare lo stato dell'arte degli impianti. E in attuazione di una ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, firmata il 10 agosto, per il dipartimento "appare necessario e urgente assicurare la massima funzionalità e la sicurezza di tutti gli impianti di rifiuti solidi urbani e in particolare quelli di trattamento della frazione differenziata dei rifiuti urbani e conseguentemente la possibilità degli stessi di smaltire tutti gli scarti delle attività di recupero". Con l'ordinanza il dipartimento è chiamato a provvedere, per la durata di sei mesi, con appositi decreti all'individuazione degli impianti di smaltimento, nel rispetto delle autorizzazioni e in proporzione alla capacità residua, cui conferire i rifiuti indifferenziati, oltre agli scarti da lavorazione ove prodotti dagli impianti di recupero della frazione differenziata dei soli rifiuti solidi urbani, solamente se prodotti nel limite del 15% del flusso del materiale totale in entrata".