Migranti, marcia della memoria a Lampedusa ma lo Stato è assente
Ci sono loro: i superstiti del naufragio, i pescatori che il 3 ottobre di cinque anni fa salvarono un po' di gente, un centinaio di studenti provenienti da 15 scuole del Paese, un gruppo di isolani; marciano dal centro abitato verso la Porta d'Europa, il monumento che Mimmo Paladino realizzò dieci anni fa a Lampedusa, il luogo più volte candidato al Nobel per la pace. Non ci sono loro: i rappresentanti del governo, gli esponenti dell'Unione europeo che nel 2014, primo anniversario della sciagura che costò la vita a 368 migranti, arrivarono sull'isola guidati da Martin Schulz, allora presidente del Parlamento Ue. Se chi ha disertato questo appuntamento voleva che l'assenza si notasse, l'operazione è andata a buon fine: stamattina alle 9, sotto il cielo che minacciava pioggia, gli occhi delle persone radunate per la marcia in memoria delle vittime non erano rivolti alle nuvole grigie, ma ai vuoti del corteo. "Noi siamo qui come ogni anno - ha osservato il sindaco dell'isola Totò Martello, in prima fila - ma questa volta il governo non c'è", ha detto guardandosi attorno. Ed è la prima volta: lo scorso anno c'era la ministra Valeria Fedeli che oggi, nella Giornata della memoria e dell'accoglienza istituita nel 2016 dal nostro Parlamento, s'interroga sul perché del disinvestimento nei progetti che coinvolgono le scuole; nel 2016 c'era il titolare degli Interni Angelino Alfano, nel 2015 il governo fu rappresentato dal prefetto di Agrigento e quello regionale dal governatore Rosario Crocetta. E lo stesso anno, qualche giorno dopo l'anniversario, il commissario Ue Dimitris Avramopoulos e il ministro degli Esteri Jean Asselborn visitarono l'hotspot dell'isola, ancora parzialmente aperto (e abbondantemente circondato da erbacce) nonostante l'annuncio della chiusura fatto dal precedente governo. Resta aperto perché "non si può dire che gli sbarchi sono finti, che i rimpatri sono finiti, che in mare non muore più nessuno - spiega Martello - Ciò è falso. A Lampedusa il porto non è chiuso, le barche coi migranti attraccano direttamente. Quando mi dicono che non c'è stato tempo per organizzare l'arrivo di studenti europei, mi sembra lampante il tentativo per non far veicolare le idee, la storia, la memoria, la verità. Lampedusa è scomoda al potere politico. Siamo qui a ricordare fatti tragici e la risposta dall'Italia e dell'Europa è il silenzio. C'è il tentativo di cancellare anche la storia recente". Ma la storia, dice l'ex presidente del Senato Piero Grasso, lo scorso anno presente a Lampedusa, si ricorderà che nonostante gli annunci di Salvini e Di Maio "i morti nel Mediterraneo sono aumentati. I nostri figli e i nostri nipoti lo leggeranno sui libri di scuola", sui quali - si dispera uno dei sopravvissuti al naufragio, Eskindr, eritreo di 23 anni che vive in Olanda e oggi ha ha voluto essere a Lampedusa - non ci saranno i nomi i quei morti. "Il mio sogno - dice - è che i resti di tutte le vittime possano ritornare nei paesi di origine. Penso ai loro cari, ai loro familiari, è giusto che possano pregare sulla loro tomba e onorare la loro memoria" e ricorda quei terribili momenti: "Mi sono salvato aggrappandomi ai corpi senza vita dei miei compagni di viaggio, che galleggiavano accanto a me. Sono rimasto in acqua quattro ore, ho aiutato altra gente a rimanere a galla".