"Sono stato aggredito", ma non è vero: lago di sangue a Vittoria
A conclusione delle indagini svolte a seguito di una segnalazione di aggressione giunta alla Questura di Ragusa il 4 ottobre scorso, la Polizia di Stato, Commissariato di Comiso e Squadra Mobile, ha potuto accertare senza ombra di dubbio che le gravissime lesioni subite da S.N., ganese di 24 anni, sono scaturite da un atto d’ira dello stesso che ha scagliato un pugno contro il vetro di un armadio escludendosi, pertanto, ogni elemento che potrebbe configurare reato a carico di altri soggetti.
Precisamente alle ore 11:15 del 4 ottobre si presentava presso i locali del Commissariato un extracomunitario con evidenti ferite al braccio e copiosa perdita di sangue. Lo stesso veniva bloccato nell’androne del Commissariato dal personale presente al corpo di guardia che immediatamente chiedeva cosa fosse accaduto; L’uomo riusciva ad indicare al poliziotto solo una abitazione e immediatamente dopo a causa di una abbondante perdita di sangue che fuoriusciva dal polso a causa di una evidente ferita che aveva tranciato sino all’osso del braccio tutti i tessuti molli vene e arterie comprese, si accasciava e perdeva i sensi.
Immediatamente veniva contattato il 118 per l’invio di una ambulanza con un medico e nel contempo personale della Polizia Giudiziaria si recava presso l’abitazione indicata dall’uomo. Il poliziotto addetto alla vigilanza notando che il flusso del sangue non si bloccava, provvedeva ad utilizzare la cassetta di pronto soccorso in dotazione all’Ufficio e dall’interno prelevava un laccio emostatico che applicava sul braccio dell’uomo per bloccare la fuoriuscita di sangue. Alle ore 11:25 giungeva il personale del 118 con a bordo anche un medico il quale affermava che senza quell’intervento l’uomo sarebbe morto dissanguato e trasportava il paziente in codice rosso presso l’ospedale di Vittoria.
La squadra di PG che intanto si era recata presso l’abitazione indicata dall’uomo trovava l’abitazione dove all’interno ed all’esterno vi erano abbondantissime tracce di sangue che partivano da un’anta in vetro di un armadio.