Palermo, minacce al presidente dell'Antimafia: recapitato un proiettile a Fava
Sul tavolo della commissione Antimafia, al piano basso di Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento siciliano, la corrispondenza indirizzata al presidente Claudio Fava, leader del movimento di sinistra "Centopassi", è stata consegnata a metà mattinata. Tra le carte, i collaboratori di Fava, che in quel momento non era in ufficio, hanno notato una busta: dentro c'era un proiettile calibro 7,65 e nient'altro. E' stata subito avvertita la Digos che ha sequestrato la missiva, ora all'esame degli esperti della scientifica. "Non ho dichiarazioni in merito, sicuramente il nostro lavoro andrà avanti", si limita a dire Fava, impegnato in istruttorie aperte dalla commissione, tra le più attive in Parlamento. A Fava l'immediata solidarietà del ministro dell'Interno, Matteo Salvini che ha anche espresso la volontà di incontrarlo al più presto. "Si tratta di un atto vile e indegno di un Paese civile. Solidarietà e vicinanza - ha detto Salvini - al presidente Fava, al quale mi accomuna l'impegno ad una battaglia senza frontiere contro tutte le mafie". Tre i fronti più caldi: l'influenza del cosiddetto 'sistema Montante' (dall'ex presidente di Sicindustria arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione) sulle scelte compiute dall'ex governo di Rosario Crocetta; il depistaggio nella strage di via d'Amelio dove furono assassinati il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della scorta; le infiltrazioni mafiose nel mercato ortofrutticolo a Vittoria (Rg), tra i più grandi del Mezzogiorno. Da mesi la commissione sta ascoltando in audizione tanti testimoni, con un programma fitto che ha portato i commissari dell'Antimafia, in qualche occasione, in trasferta. Nelle ultime ore Fava si è ritrovato al centro della ribalta per avere proposto la legge che obbliga i componenti del governo, i deputati regionali, i sindaci e i consiglieri comunali a dichiarare l'eventuale appartenenza alla massoneria. Il testo è stato approvato dall'Assemblea (39 favorevoli) in una clima non proprio idilliaco, con 29 onorevoli su 70 che non hanno votato; il provvedimento non è piaciuto al Grande Oriente d'Italia che ha rilanciato i dubbi di costituzionalità della norma espressi ai parlamentari scettici e ha deciso di aprire, sabato prossimo, il "tempio" di Palermo a chiunque voglia visitarlo. Tanti gli attestati di solidarietà a Fava: dal Pd al M5s, dal movimento 'DiventeràBellissima' ai sindacati, dall'Arci al centro 'Pio La Torre', dalla Federazione nazionale della Stampa, all'ex presidente della Camera Laura Boldrini. Il presidente dell'Assemblea, Gianfranco Miccichè, parla di "ennesimo preoccupante episodio intimidatorio", mentre il governatore Nello Musumeci afferma: "Episodi di intimidazione grave come questo vanno condannati, senza tentennamenti; evidentemente c'è ancora chi pensa che con le minacce si possa cambiare il corso delle cose".
SOLIDARIETA' A RAFFICA
Sono numerosi gli attestati di solidarietà al deputato regionale Claudio Fava dopo la lettera intimidatoria. "Siamo certi che il presidente dell'Antimafia regionale Claudio Fava non si lascerà intimidire da questo vile gesto" dice il gruppo M5s all'Ars. "A Claudio Fava va la solidarietà mia personale e quella del gruppo Pd all'Ars", dice Giuseppe Lupo, capogruppo del PD. "Saranno le Forze dell'ordine e la magistratura a far luce su un episodio che inquieta ma che - aggiunge Lupo - siamo certi, non interferirà con il lavoro importante e delicato che Fava sta portando avanti all'interno del Parlamento regionale". "Voglio rivolgere a Claudio Fava tutta la nostra solidarietà per quanto accaduto questa mattina", afferma Antonio Rubino, a nome dei PartigianiDem. Il Centro La Torre esprime ''la propria vicinanza all'on. Fava per una minaccia infame quanto inutile - dice Vito Lo Monaco, presidente del Centro - Sosteniamo il lavoro del presidente della commissione antimafia regionale per mantenere un'attenzione viva e costante contro una mafia che qualcuno ritiene erroneamente morta".Solidarietà a Claudio Fava arriva anche dall' Arci Sicilia, dall'assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano, dal segretario generale della Cgil siciliana, Michele Pagliaro, dal capogruppo di Forza Italia all'Ars, Giuseppe Milazzo, dal capogruppo all'Ars di Diventeràbelissima Alessandro Aricò. E ancora solidarietà dal Gruppo siciliano dell'Unione nazionale cronisti italiani, dal deputato del Pd Carmelo Miceli, dal senatore Pd Davide Faraone, dal sindaco di Siracusa Francesco Italia, da Eleonora Lo Curto, capogruppo dell'Udc all'Assemblea regionale siciliana, dal Coordinamento di Sinistra Comune, dalla deputata regionale Pd Luisa Lantieri, dal partito della Rifondazione comunista e da Libera. Anche la Cgil di Catania esprime solidarietà a Fava.Ancora solidarietà a Claudio Fava da parte di AnciSicilia, della presidente della commissione Salute dell'Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, e del segretario generale della Cgil di Palermo Enzo Campo. In una nota i consiglieri nazionali dell'Unci Giuseppe Lo Bianco e Elena Giordano esprimono "al collega Fava la loro solidarietà e vicinanza, e convinto sostegno all'azione della commissione". "Al presidente della commissione Antimafia dell'Ars, auguriamo - si legge in una nota della Cisl regionale firmata dal segretario generale Mimmo Milazzo - di continuare con serenità l'importante attività istituzionale, nel segno della cultura e della pratica della legalità. La minaccia subita da Fava è vigliacca e inquietante. E va fermamente condannata. Ma il mondo del lavoro gli è accanto". Solidarietà anche da Sos Impresa e da Nicola D'Agostino, capogruppo di Sicilia Futura all'Assemblea regionale siciliana, che nel 2015 subì un'analoga intimidazione.