Piero Guccione, la semplice grandezza di un uomo del Sud
A distanza di poche ore dalla morte del Maestro Piero Guccione, ci si rende conto della “semplice grandezza” di un uomo del Sud che, come tutti coloro che hanno fatto la storia, ha realizzato al meglio quelli che erano i suoi progetti.
Piero Guccione – il più grande pittore degli ultimi 50 anni, come lo ha definito il critico Vittorio Sgarbi – prima di immergersi nel suo studio dove nascevano le inimitabili tonalità dell’azzurro del mare e del cielo - indossava la sua tuta da lavoro.
“L’abbigliamento che si addice agli artigiani”, diceva a chi gli chiedeva perché quella tuta, diventata la caratteristica della semplicità e della umiltà di un artista che ha saputo regalare alla cultura mondiale “la sintesi suprema di pittura figurativa e astratta. Nessuno – afferma ancora Sgarbi - ha rappresentato meglio di lui l’essenza e il turbamento dell’uomo alla fine dell’Universo di valori dell’Occidente”.
Piero Guccione lascia un’eredità di bellezza consegnata non solo agli artisti ma, soprattutto, alla gente della sua terra, di quella terra del Sud dove il Maestro ha scelto di vivere dopo gli anni romani. Una casa sospesa tra le dolci colline di Modica e il lento degradare di ulivi e carrubi a fare da sentinelle al mare di Sampieri.
Chi collaborava con lui – quei pittori inseriti nel Gruppo di Scicli – dice, adesso, che, da qualche anno, il Maestro, nei suoi quadri, riservava sempre più spazio al cielo piuttosto che al mare. Forse, un gesto inconsapevole, una ispirazione degli occhi dell’artista trasmessa alla sua anima, oppure un desiderio di infinito e di mistero da scoprire attraversando l’azzurro del cielo.
Un anelito ascensionale che si trasforma nello stupore deicome quello che ispira al visitatore lo splendido tondo del Teatro Garibaldi di Modica, un prezioso regalo di Guccione alla città di suo padre. Un’opera alla quale hanno messo le mani gli allievi di quella “Scuola” inventata dal Maestro che, come tutti i grandi artisti, non appartiene ad una città, ad una regione o ad una nazione: è patrimonio di tutti, affinchè tutti possano attingere ai messaggi di bellezza e di armonia che rimangono intatti nel tempo e che, proprio dalla loro bellezza, traggono la forza per resistere alle contaminazioni delle gelosie umane e delle classificazioni di comodo.
Ecco perché va celebrata la “semplice grandezza” di Piero Guccione. Sommo artista che indossava la tuta di artigiano del bello e del sublime.