Mani sui fondi per il porto di Augusta, due arresti
Operazione "Xiphonia", in provincia di Siracusa contro un sistema di frodi fiscali e di truffe sui fondi pubblici. Sette le misure cautelari e sequestri per circa 7,5 milioni di euro. La Guardia di finanza ha eseguito due arresti domiciliari e 5 misure interdittive disposti dal gip nei confronti di altrettanti imprenditori. L'indagine ha svelato un complesso sistema di false fatturazioni dirette al conseguimento di illeciti vantaggi fiscali e all'ottenimento di finanziamenti pubblici destinati alla costruzione del porto turistico di Augusta. Contestate le accuse di emissione e annotazione di fatture false, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita compensazione e associazione a delinquere.
In particolare, su provvedimento del gip di Siracusa, sono stati arrestati due imprenditori augustani, uno operante nel settore delle opere marittime e l'altro in quello edile, individuati quali organizzatori di un'associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e alla truffa per la percezione di contributi pubblici. L'attivita' riguarda la realizzazione dell'approdo turistico nel Golfo Xifonio di Augusta, da qui il nome "Operazione Xiphonia". Il progetto e' stato destinatario di un contributo del Fondo europeo di Sviluppo regionale per 8 milioni di euro. La somma era stata parzialmente erogata a una societa' di famiglia dell'imprenditore nell'ambito degli interventi strutturali e infrastrutturali finalizzati all'attuazione del piano strategico regionale della portualita' turistica. Le indagini hanno disvelato un gruppo organizzato in un reticolo di societa', che hanno emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti dirette a rendicontare una serie di lavori in realta' mai realizzati. Le prestazioni, effettivamente eseguite dalle societa' della medesima famiglia, avevano quindi un valore molto inferiore rispetto a quello presentato a finanziamento. Il 'castello di carte', predisposto ad arte, e' crollato quando gli investigatori hanno vagliato la sussistenza delle ragioni economico-imprenditoriali di vari impegni contrattuali, formalizzati solo per gonfiare artificiosamente i costi di realizzazione del porto in modo da determinare il quanto dell'erogazione pubblica. L'imprenditore marittimo e' risultato l'ideatore e il principale organizzatore del sistema illecito: e' infatti l'amministratore della societa' destinataria del contributo pubblico, nonche' titolare di numerose cariche nelle altre 'societa' di famiglia' tutte operanti nel medesimo settore. Il perno attorno al quale ruota il meccanismo delittuoso e' invece l'imprenditore edile, amministratore di fatto di una societa' che si occupa sostanzialmente di edilizia residenziale. Quest'ultima e' priva di qualsivoglia know how nella specifica materia ed e' sprovvisto delle attrezzature adeguate per svolgere lavori (in mare) necessari alla costruzione di un porto turistico. Nondimeno alla stessa l'ente titolare del contributo affidava la realizzazione di rilevanti opere infrastrutturali nel porto turistico di Augusta. Non essendo in grado di operare con autonome risorse umane e materiali, la societa' edile subappaltava a ulteriori societa' che, in molti casi, sono risultate riconducibili alla stessa famiglia dell'impresario marittimo. Queste societa' fatturavano alla committente, che a sua volta girava i costi alla titolare del finanziamento, dichiarando nei documenti valori notevolmente sovradimensionati. Pertanto, nella sostanza, la societa' operante nel ramo delle costruzioni residenziali assumeva solo formalmente il ruolo di appaltatrice delle opere. Complessivamente, le opere infrastrutturali interessate dal sistema di false fatturazioni sono state quantificate in quasi 22 milioni di euro e riguardano sostanzialmente l'acquisto di palancole, la fornitura di blocchi di cemento e di pali - tubi camiciati in acciaio, nonche' le operazioni relative al nolo a caldo dei mezzi marittimi ed i contratti di dragaggio. Attorno alle figure dei due imprenditori, organizzatori dell'associazione, ruotano inoltre, quali compartecipi, gli amministratori di diritto delle societa' coinvolte che, attraverso l'emissione e l'utilizzo delle fatture false, hanno reso possibile la realizzazione del disegno delittuoso. Oltre ai due arrestati e posti ai domiciliari, sono stati quindi colpiti da misura cautelare interdittiva (divieto di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese) per la durata di 10 mesi anche altre 5 persone coinvolte. Agli indagati, a vario titolo, vengono contestati i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e indebita compensazione. Disposto il sequestro di somme di denaro, disponibilita' mobiliari e immobiliari per un valore complessivo che si attesta intorno ai 7,5 milioni di euro. Infine, per quanto concerne l'erogazione materiale del contributo, l'intento illecito si e' realizzato solo parzialmente: infatti liquidata la prima tranche dell'agevolazione pari a Euro 2.666.400 (33,33%), l'erogazione della seconda e della terza tranche, per circa altri 6,5 milioni e' stata interrotta.