Caporalato, 4 imprenditori arrestati a Vittoria (VIDEO)
Dieci ore di lavoro massacrante al giorno per una paga misera: 3-4 euro all'ora. E' quanto scoperto tra le serre di Vittoria dalla polizia di Stato che ha arrestato 4 imprenditori agricoli, denunciandone altri quattro per lo sfruttamento dei braccianti agricoli, spesso centroafricani richiedenti asilo, ma anche migranti tunisini, oltre che romeni e qualche italiano. E domani da queste parti e' atteso il capo della polizia per la firma del "Patto per Vittoria Sicura".
In azione nelle campagne la Squadra mobile di Ragusa e il commissariato di Vittoria, al termine di due settimane di controlli anti-caporalato. Nessuna delle sette aziende agricole verificate rispettava le norme vigenti. Oltre allo sfruttamento lavorativo sono state contestate infrazioni per la presenza di lavoratori in nero, alloggi fatiscenti, insalubri e abusivi, luoghi di lavoro insicuri, creazione di discariche abusive di plastica ed anticrittogamici, violazione delle norme sulla salubrita' degli ambienti adibiti ad abitazione. I poliziotti hanno accertato anche l'impiego di minori privi di protezioni mentre irrigavano con fertilizzanti tossici. Nelle abitazioni abusive vivevano interi nuclei familiari con neonati.
I braccianti sottoposti a controllo sono stati in tutto 66: 8 italiani, 32 rumeni, 14 tunisini, 2 algerini, 6 gambiani e 4 senegalesi (45 uomini e 21 donne). Tutti gli operai, spesso assunti in nero erano sottopagati (3-4 euro l'ora), privi di sistemi di protezione individuale; il 90% non e' mai stato sottoposto a visita medica, solo due aziende possedevano una cassetta di primo soccorso, nessun servizio igienico per i lavoratori, nessuna formazione per l'utilizzo di anticrittogamici. Per chi non aveva alcuna possibilita' di vivere in una casa all'esterno dell'azienda, gli immobili forniti dai datori di lavoro erano del tutto abusivi e privi di certificato di abitabilita' e in condizioni incompatibili con la vita umana. Dal racconto dei testimoni e' emerso un chiaro quadro di sfruttamento; tra i casi piu' gravi, quello di un ragazzo italiano di 16 anni mai assunto e identificato mentre stava irrigando con un potente fertilizzante le coltivazioni, senza nemmeno mascherina e guanti in lattice. Durante l'ultimo controllo, e' emerso che il datore di lavoro aveva il coraggio di chiedere anche due euro al giorno per l'affitto dei tuguri. "La Polizia di Stato di Ragusa, grazie alla collaborazione di tutti gli altri enti intervenuti - afferma il capo della Mobile, Antonino Ciavola - ha portato a termine un'importante operazione per la repressione dello sfruttamento lavorativo. I controlli hanno la finalita' di ripristinare le condizioni di legalita' per un corretto impiego dei lavoratori ed a tutela di tutti gli imprenditori virtuosi che rispettando le regole e dei consumatori dei prodotti provenienti dalle campagne ragusane".