Appalti truccati al porto di Augusta, gli indagati al Gip: estranei ai fatti
Interrogatori di garanzia per i sei arrestati nell'ambito dell'inchiesta "Port Utility" l'operazione della Finanza che ha portato in carcere l’ingegnere Nunzio Gaetano Miceli e agli arresti in casa per i fratelli avolesi Pietro e Giovanni Magro, per l’ingegnere Giovanni Sarcià, per il geometra Venerando Toscano e per l’ingegnere Antonino Sparatore. Davanti al Gip Carla Frau che ha firmato i provvedimenti restrittivi, sono comparsi, nell’ordine, Giovanni Sarcià, Antonino Sparatore, Venerando Toscano, Giovanni e Pietro Magro, e per ultimo Gaetano Nunzio Miceli. Presente all'interrogatorio di garanzia pure il Pm Tommaso Pagano, il quale ha posto parecchie domande sulle modalità di aggiudicazione degli appalti, sul contenuto delle intercettazioni ambientali e telefoniche, sul viaggio dell’architetto Pietro Magro a Malta dove ha incontrato l’ingegnere Miceli, sul significato di una frase pronunciata da Giovanni Magro che, rivolgendosi alla moglie esclama, a seguito di una telefonata fattagli dall’ingegnere Miceli: “Ma questo è pazzo, così ci fa arrestare tutti”.
L’ingegnere Giovanni Sarcià, i fratelli Giovanni e Pietro Magro, e l’ingegnere Gaetano Nunzio Miceli si sono sottoposti all’interrogatorio di garanzia rispondendo a tutte le domande a ciascuno rivolte dal Gip Carla Frau e dal Pubblico Ministero Tommaso Pagano. Si è avvalso, invece, della facoltà di non rispondere l’ingegnere Antonino Sparatore, che ha spiegato di avere scelto la strada del silenzio per non essere riuscito a leggere tutte le pagine della corposa ordinanza. Anche il geometra Venerando Toscano ha deciso di limitarsi a rendere dichiarazioni spontanee, ma ha tenuto a precisare di essere completamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati. Tutti gli indagati hanno rigettato gli addebiti e si sono protestati assolutamente innocenti. Tutti, bene o male, già conoscevano i fatti in quanto già nel febbraio del 2017 erano stati coinvolti nel primo filone dell’inchiesta sugli appalti pilotati all’Autorità Portuale di Augusta. In quella prima inchiesta di due anni fa la misura cautelare fu emessa soltanto contro l’ingegnere Miceli, mentre tutti gli altri furono soltanto sfiorati dalle indagini condotte dalle Fiamme Gialle.
L’ingegnere Sarcià ha tenuto a spiegare come avviene la formazione e composizione di una gara di appalto e come viene aggiudicata; l’architetto Pietro Magro ha confermato di avere incontrato a Malta l’ingegnere Miceli, suo socio nella società di progettazione Tecnass Srl ma che si trattò di un incontro casuale in quanto lui si era recato a La Valletta per incontrare un commercialista maltese; il geometra Giovanni Magro ha spiegato i suoi rapporti con l’ingegnere Miceli, del quale sia lui che suo fratello Pietro sono soci di minoranza della Tecnass Srl. Giovanni Magro ha pure spiegato il significato di quella frase a seguito della telefonata che gli fece l’ingegnere Miceli. “Era il periodo – ha spiegato Giovanni Magro – in cui Miceli si trovava agli arresti domiciliari per la prima inchiesta, quella risalente al mese di febbraio 2017. Sapendo che aveva il divieto di parlare con persone estranee al suo nucleo familiare, quando ho sentito la sua voce ho detto a mia moglie: “Questo è un pazzo, così ci fa arrestare anche a noi”.
L’avvocato Aldo Ganci, dopo gli interrogatori dei fratelli Magro, ha preannunciato che presenterà al Gip istanza per chiedere la remissione in libertà dei suoi assistiti. Gli altri avvocati si sono riservati sul da farsi.