Siracusa, "i fedelissimi" dei Frontino citati per una valanga di truffe
I Pm di Siracusa, Salvatore Grillo e Davide Lucignani hanno citato a giudizio i "fedelissimi" del Gruppo Frontino, coinvolti a vario titolo nell'affare del Centro commerciale di viale Epipoli. Il prossimo 25 gennaio dovranno comparire davanti al giudice monocratico, Rita Frontino, 55 anni, Daniela Frontino, di 51, Maria Cimino, 54 anni, Assunta Di Martino,di 62, Alfredo Sapienza, 43 anni, Davide Venezia, di 33, Graziano Del Greco, 42 anni, e Salvatore Noto, di 46. Debbono rispondere di truffa per avere con raggiri e altri stratagemmi truffaldini fregato i titolari delle che hanno realizzato il Centro Commerciale Fiera del Sud di Viale Epipoli. Tutti i reati di truffa sono aggravati per avere cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità.
Oltre a loro dovranno presentarsi le parti offese Alfonso Alonge, Vincenzo Cavallo, Giuseppe Ramondetta, Marcello Bonanno Ferraro, Cristina Fabiano, Maurizio Cutrale, Vincenzo Drovetti, Claudio Civello, Sebastiano Floridia, Sebastiano Salonia, Giuseppe Greco, Pietro Giannone e Salvina Calà.
Pesantissimi i danni arrecati ai titolari delle aziende. La Calà, rappresentante legale della MVM srl, che ha effettuato la posa in opera degli impianti elettrici speciali, di climatizzazione ed antincendio, vanta un credito di 550 mila euro. Sebastiano Salonia, titolare della S.I.M.&CO srl, che ha effettuato il trasporto di rifiuti provenienti dalla demolizione dei fabbricati preesistenti e la costruzione della condotta fognaria, ha un credito di 202.219 euro. Claudio Civello, legale rappresentante della Sicep Spa, incaricato della fornitura e posa di opere strutturali prefabbricate, ha riportato un danno economico ammontante a 508.581 euro. Vincenzo Drovetti, la cui omonima ditta individuale ha effettuato la fornitura e la posa del pavimento del Centro nonchè dei locali del negozio Combipel, si è visto raggirato per l’importo di 101.491 euro. Maurizio Cutrale, legale rappresentante della CON.PRI. srl, per la lavori edili, lamenta un danno patrimoniale di 144.665 euro. Giuseppe Greco, titolare della ditta individuale Greco Pose, che ha effettuato la pavimentazione e il rivestimento della zona IPER, accusa una truffa di 27.487. Vincenzo Cavallo, per la fornitura di strutture tubolari in acciaio zincato, non ha ricevuto il pagamento di 375.912 euro. Giuseppe Ramondetta, per la fornitura e posa in opera di agglomerati cementizi per sottofondi, cordoli, posa plinti prefabbricati Massetto in fibra e relativo acciaio. Marcello Ferraro Bonanni, titolare della BO.MAR.srl, che ha effettuato i lavori di scavo, movimento terra, trasporto materiale e sollevamento, non si è visto pagare le fatture per un ammontare di 116.350. La Siciliana Costruzioni Societty srl, che ha effettuato il servizio di noleggio mezzi e movimento terra, ha riportato un danno materiale di 69.740 euro. E via via le altre ditte che, dopo aver effettuato i lavori e anticipato il denaro per l’acquisto del materiale, si sono visti affibbiare assegni postdatati, poi tutti protestati per mancanza di fondi. Un gruppo, quello realizzato dalle sorelle Frontino, che si era specializzato nelle truffe. Sceglievano piccole ditte, alcune delle quali che versavano in situazioni debitorie, le facevano indebitare ulteriormente, e poi le ripagavano con assegni postadatati ben consapevoli che erano a vuoto. Addirittura alla CO.PRI.srl avevano ceduto un credito di 600 mila euro, che a loro dire, dovevano ricevere dall’Agenzia delle Entrate. E, invece, dopo che il signor Maurizio Cutrale aveva effettuato i lavori, ha scoperto che gli avevano dato un pezzo di carta di nessun valore perchè quando si è presentato all’Agenzia delle Entrate gli hanno detto che alle sorelle Frontino non spettava alcun rimborso e che in ogni caso il famoso credito lo avevano già ceduto alla Emmea, un’altra società facente parte del Gruppo Frontino.
Truffe e geniali trovate, come quella di trasferire la R.G.D, in Costa d’Avorio, per sottrarsi alle pretese dei creditori. Oppure di nominare 24 ore prima Davide Venezia, l’uomo considerato il bancomat di Rita Frontino e del suo compagno Peppe Calafiore, amministratore di una società indebitata fino al collo, per costringere un creditore ad accettare dei nuovi assegni postdatati e restituire quelli ricevuti in precedenza.