Catania, mazzette sull'Etna, imprenditore respinge le accuse
L'imprenditore catanese Francesco Russo Morosoli, arrestato per corruzione con l'accusa di avere creato un monopolio nella gestione delle escursioni sull'Etna, nonche' di estorsione nei confronti dei giornalisti della sua emittente Ultima Tv, ha risposto alle domande del gip nel corso dell'interrogatorio di convalida. Ha sostenuto "con vigore la sua estraneita' a tutte le contestazioni mossegli", spiegano i suoi avvocati Guido e Sergio Ziccone e Carmelo Peluso. In particolare "ha fornito elementi nuovi che consentono di ricostruire l'intera vicenda in maniera diversa rispetto alla impostazione accusatoria, sostenendo la piena legittimita' del suo operato cosi' come quello della sua famiglia, che da decenni opera sull'Etna".
Ha rigettato pure ogni accusa nell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Catania, il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, agli arresti domiciliari per istigazione alla corruzione nell'ambito dell'operazione 'Aetna' della guardia di finanza coordinata dalla locale Procura. Lo rendono noto i suoi legali, gli avvocati, Carmelo Peluso e Maria Mirenda, sottolineando che "ha risposto a tutte le domande del Giudice". Calanna ha "negato decisamente di aver chiesto utilità illecite per se o per i propri amici e dimostrando come nel particolare caso di finanza di progetto, la ipotizzata condotta di istigazione alla corruzione sarebbe stata del tutto impraticabile". In particolare, riferiscono i suoi legali, ha dichiarato di "avere manifestato l'interesse pubblico all'opera, esaurendo gli atti di sua competenza perchè ogni ulteriore approvazione sarebbe stata appannaggio del Consiglio comunale di Bronte". Secondo l'accusa, il sindaco di Bronte avrebbe chiesto ad un'azienda interessata all'affidamento della gestione della manutenzione e sfruttamento dell'energia elettrica prodotta dall'acquedotto comunale di "prevedere nel piano dei pagamenti di spesa da far approvare al Comune un aumento del valore di 20.000 euro del costo del collaudo". Soldi che, sostiene Procura, Calanna voleva per sé. Richiesta rifiutata dall'imprenditore.