"Gennuso fu vittima di un'estorsione di mafia", due persone condannate a Palermo
La quarta sezione del tribunale di Palermo ha condannato a 9 anni il boss di Santa Maria di Gesù Cosimo Vernengo e a 5 anni Paola Durante, che gestiva il bar di una sala bingo del quartiere di Villagrazia, a Palermo, la cui titolarità era stata acquistata dal deputato regionale siciliano del Movimento per l'Autonomia, Giuseppe Gennuso e dal figlio Riccardo. A denunciare l'estorsione da parte di Vernengo era stato Gennuso padre, dopo che l'inviato delle Iene Ismaele La Vardera aveva svolto degli accertamenti sulle pressioni che Vernengo (processato per la strage di via D'Amelio e poi assolto dalle accuse del falso pentito Scarantino), titolare di fatto del bar della struttura, aveva esercitato sui titolari. Per legge, infatti, il bar non può avere una licenza a parte e una gestione separata da quella del titolare del bingo: e invece Vernengo, con la Durante che gli avrebbe fatto da prestanome e da sponda, avrebbe preteso somme di denaro per "uscire" da li'. Nei giorni scorsi Gennuso, che col figlio Riccardo aveva deposto in aula e sostenuto anche un confronto con un altro teste, aveva subito un attentato dinamitardo, senza conseguenze per le persone, in una sua villa dove vive la famiglia Gennuso in contrada Zacchita tra Tosolini e Noto. Episodio da lui messo in relazione con le deposizioni rese al processo di Palermo.