Direttore Museo Egizio a Messina: "Puntare sulla ricerca"
"La Sicilia e' una delle regioni piu' belle al mondo, siamo al centro del Mediterraneo, e' baciata dalla sua posizione geografica, ha un tessuto culturale unico che va dall'archeologia all'arte contemporanea quindi la Sicilia non puo' che avere un futuro splendido se ritorniamo ad investire nel patrimonio culturale e a capire la sua valenza". Bisogna puntare sulla ricerca, dice in un colloquio con l'AGI, Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, ospite d'onore a Messina per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'ateneo peloritano. "Bisogna fare sistema - afferma - si deve fare rete tutti assieme come fanno tanti Paesi europei. Forse un po' meno di campanilismo e un po' piu' di collaborazione ci permetterebbe di comprendere e capire meglio il nostro patrimonio".
Secondo il direttore del Museo Egizio, per valorizzare al massimo i beni e il patrimonio artistico della Sicilia occorre rafforzare la ricerca. "Se tornassimo tutti - spiega - con un patto pubblico-privato, a porre la ricerca al centro, assisteremmo a una svolta, perche' la ricerca e' la chiave di volta per avere un futuro migliore. Il patrimonio culturale molto spesso e' stato considerato come la panacea, la salvezza per i disastri economici del nostro Paese, ma il patrimonio culturale e' una ricchezza che noi dobbiamo custodire sulla quale dobbiamo investire per avere poi sempre nuove prospettive di crescita".
La strada per Greco, quindi, resta una: "E' necessario riconnettere i musei alla societa' in cui essi sono inseriti, perche' il loro patrimonio appartiene al mondo; e' necessario tornare a fare ricerca al loro interno perche' cio' consente di ricostruire la biografia degli oggetti con le loro cicatrici. Messina, in particolare, piu' di ogni altre citta', ha un patrimonio che porta le cicatrici al suo interno, come un Dna. Mettendo al centro la cultura materiale, si trovano poi delle forme di narrazione che fanno avvicinare i giovani e tutti i segmenti della popolazione al patrimonio storico dei musei". Il patrimonio culturale "in un periodo di digitalizzazione, in cui si progettano app e gaming, fronteggia il rischio che i teen ager guardino le app e non i quadri reali: e' necessario quindi che si trovi un modo intelligente per usare la tecnologia. Chiedo aiuto agli atenei per trovare un nuovo modello di valutazione dei musei, che non e' il numero di visitatori annuale. Si deve infatti capire che sono un patrimonio e il luogo dove si conserva la memoria". A proposito di giovani... i cervelli in fuga? "La definizione mi sta sempre un po' stretta - risponde - perche' ritengo che la ricerca sia internazionale. Da egittologo non potrei che pensare cosi' perche' e' difficile fare l'egittologo chiuso nel proprio ufficio e non guardando al mondo; guardando all'Egitto, certo, ma anche all'egittologia internazionale. L'ho detto piu' volte: il problema del nostro Paese non e' tanto che i nostri giovani vadano all'estero, anzi questa e' una cosa bellissima, se dipendesse da me lo metterei quasi come un obbligo costituzionale; si dovrebbe dare la possibilita' a tutti di andare un periodo all'estero per imparare semplicemente a conoscere dei punti di vista diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati. Il problema e' che il nostro Paese non e' ricettivo per gli stranieri, perche' se piu' del 50% degli italiani e' al Cnr francese, ma non abbiano piu' del 50% dei francesi nel nostro Cnr, allora li' dobbiamo investire. Non investiamo abbastanza nella ricerca per diventare un polo di attrazione anche per gli stranieri. Lavoriamo tutti su questo".