Clan Crapula di Avola, 10 arresti: nel 2017 bruciarono i mezzi della spazzatura a Rosolini
I carabinieri del comando provinciale di Siracusa hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare con l'accusa, a vario titolo, di estorsione, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e porto e detenzione di armi clandestine, aggravati dalla metodologia mafiosa per aver agevolato una organizzazione criminale locale, il clan che fa capo al presunto boss di Avola, Michele Crapula, già detenuto per altre vicende.
Secondo quanto si apprende, nell'operazione della Compagnia di Noto, la cosca avrebbe operato nei Comuni a Sud della provincia di Siracusa.
In carcere, al termine dell'operazione Eclipse, Sebastiano Amore, detto "Iano bum bum", 37 anni; Giuseppe Bianca, detto "Iano", 34 anni; Monica Campisi, 31 anni; Concetta Cavarra, 33 anni; Giovanni Di Maria, detto "Gallina", 30 anni; Corrado Lazzaro, 32 anni; Paolo Nastasi, 36 anni; Giuseppe Tiralongo, detto "Peppe Soba'", 31 anni; Corrado Vaccarella, detto "Stucciu", 24 anni; Gianluca Vaccarisi, detto "Luca Pappaconi", 24 anni.
Le indagini, condotte dai carabinieri di Noto e coordinate dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catania, hanno avuto inizio nel febbraio del 2017 dopo l'esplosione di alcuni colpi di pistola contro un cantiere edile di Avola. Un episodio che ha permesso agli inquirenti di risalire agli autori dell'avvertimento, tratti in arresto per estorsione, detenzione illegale di armi e danneggiamento seguito da incendio aggravati dal metodo mafioso. Gli accertamenti compiuti sul conto degli indagati hanno successivamente consentito ai militari della compagnia di Noto di risalire ad un gruppo che si sarebbe occupato, in modo strutturato, di estorsioni e commercio di droga, sfruttando i legami di parentela con la cosca Crapula di Avola, connessa al clan Trigilia di Noto. Grazie alle dichiarazioni delle vittime, alle intercettazioni telefoniche ed ambientali ed alle immagini delle telecamere di sicurezza, i carabinieri hanno svelato che c'era la stessa banda dietro al rogo appiccato nella notte del 3 giugno del 2017 contro i mezzi della G.V. Ecologia di Vincenzo Guglielmino, incaricata della raccolta differenziata a Rosolini, allo scopo di imporre della assunzioni. La stessa impresa e' stata poi raggiunta da una interdittiva antimafia ed attualmente e' sottoposta ad amministrazione giudiziaria. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno sequestrato circa 2 chili di droga tra marijuana, hashish e cocaina, che il gruppo avrebbe avuto a disposizione grazie ai canali di rifornimento individuati a Siracusa, Catania e Palermo, un fucile da caccia calibro 12 ed una pistola calibro 7,65.