La crisi della Cmc, imprese siciliane vogliono subentrare
- Le imprese siciliane creditrici della Cmc, "gia' fortemente danneggiate dalla crisi finanziaria che ha colpito il Gruppo ravennate", rischiano anche di vederci preclusa la permanenza in questi appalti. E' la denuncia delle ditte dell'Isola, che che chiedono di potere proseguire i lavori in Sicilia. Ci sarebbero i termini tecnico-legali perche' la committente Anas si sostituisca a Cmc, ci paghi i 50 milioni di euro dovutici per le opere che abbiamo gia' eseguito in questi ultimi 18 mesi e riavvii i cantieri coinvolgendoci direttamente nel completamento rapido della Palermo-Agrigento, della Agrigento-Caltanissetta e della metropolitana di Catania, senza interruzioni che comporterebbero un notevole allungamento dei tempi: e' la posizione tecnico-legale esposta in commissione Ambiente dell'Ars dai rappresentanti del Comitato delle oltre 70 imprese creditrici della Cmc e dal loro legale, l'avvocato Patrizia Stallone, ai vertici regionali dell'Anas, al dirigente generale del dipartimento regionale Infrastrutture, Fulvio Bellomo, ai sindaci dei Comuni interessati dalla vertenza e ai sindacati. Stigmatizzata in quella sede "l'assenza dal confronto della Cmc, malgrado fosse stata regolarmente convocata dalla presidente della Commissione". I vertici regionali dell'Anas hanno dichiarato che verificheranno con il proprio ufficio legale di Roma la fattibilita' della proposta del Comitato e nei prossimi giorni daranno una risposta.
"La procedura di diffida avviata dall'Anas nei confronti di Cmc - hanno spiegato i rappresentanti del Comitato - prelude ovviamente alla successiva rescissione dei contratti, e cio' comporterebbe il riavvio dell'iter di aggiudicazione dell'appalto ad altre imprese, lasciando noi creditori col cerino in mano, senza soldi e fuori da ogni possibilita' di conferma degli incarichi di affidamento". Analoga sorte ci riserverebbe la proposta avanzata dal socio di minoranza di Cmc, Integra, cioe' quella di subentrare lei nella titolarita' degli appalti in corso, "in quanto Integra si affiderebbe alle cooperative cui solitamente si rivolge, e anche in questo caso noi resteremmo senza soldi e senza lavoro". "Auspichiamo - hanno concluso i rappresentanti del Comitato - che il senso di responsabilita' sempre mostrato da Anas, quale azienda a capitale pubblico, anche questa volta riconosca le ragioni di un territorio stremato dalla crisi economica che non potrebbe sopportare l'ulteriore perdita di cosi' tanti posti di lavoro. La qualita' e la fattibilita' della nostra proposta tecnico-legale, infatti, vanno principalmente nella direzione di salvaguardare e mantenere occasioni di ripresa economica irripetibili in queste province. Per questo confidiamo in una risposta positiva dell'Anas".