Tifosi del Bari provocano scontri a Messina: 5 misure cautelari ai domiciliari
I cinque tifosi del Bari sono finiti agli arresti domiciliari per gli scontri violenti che sono stati documentati. Gli arresti, su ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessi dal gip Maria Militello, sono stati eseguiti dalla Digos di Messina che ha ricostruito i due episodi. Il primo e' del 21 ottobre scorso avvenuto all'imbarcadero della Caronte& Tourist, quando un gruppo di tifosi baresi, al ritorno dalla trasferta di Marsala, hanno avuto uno scontro con tifosi di Messina che tornava da un'altra trasferta. Brevi minuti di guerriglia urbana con scontri con bastoni e petardi sono stati sedati dai poliziotti. Al termine degli scontri sono stati accertati danneggiamenti ai tornelli d'ingresso della biglietteria della societa' di navigazione. In quella occasione sono stati identificati 10 tifosi baresi e 3 messinesi tutti colpiti da Daspo.
Il 4 novembre la scena si e' ripetuta: i baresi, circa 200, al rientro da una trasferta ad Acireale, giunti all'imbarcadero, non trovando tifosi messinesi o comunque antagonisti, si sono resi protagonisti di scontri con la polizia. Sono state esplose bombe carta e fumogeni, c'e' stato anche il lancio di un razzo. Si sono registrati feriti tra le forze dell'ordine. Le indagini della Digos hanno permesso di individuare sette ultras baresi, poi colpiti da Daspo. Nel frattempo l'indagine e' proseguita sfociando nell'arresto dei 5 baresi per rissa, danneggiamento aggravato,interruzione di un servizio di pubblica utilita',lesioni personali, lancio di materiale pericoloso e oggetti contundenti e per non aver ottemperato al Daspo. Agli arresti domiciliari sono finiti Roberto Conese ,33 anni, Cristiano Ladisi, 36 anni, Nicola Sibillani, 25 anni, Vitangelo Spizzico, 35 anni, e Marco Atzori, 26 anni, originario di Genova. Atzori e' finito in carcere perche' durante la perquisizione domiciliare la Digos ha trovato e sequestrato un chilo di hashish, un bilancino di precisione, una pistola giocattolo tre proiettili e un tubo telescopico.
"Messina non deve essere e non sara' terra di conquista da parte di pseudo tifosi organizzati", ha detto il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio che ha coordinato le indagini. "Il segnale che deve passare attraverso questi arresti - prosegue - e' che lo Stato e' attento e vigile su questo tipo di fenomeno. Messina, anche per la sua posizione geografica, e' stata teatro di scontri tra tifoserie, il messaggio che vogliamo lanciare e' che siamo attenti a questo fenomeno e se si dovessero verificare altri episodi saremo pronti a rispondere in tempi rapidi".