Omissione in atti d'ufficio, inflitti 6 mesi a ex giudice Cga di Palermo
Il gup del tribunale di Palermo Filippo Lo Presti ha condannato a sei mesi di reclusione, con la pena sospesa, per omissioni di atti d'ufficio, l'ex giudice amministrativo Giuseppe Mineo, gia' coinvolto nelle inchieste relative al cosiddetto "Sistema Siracusa", un gruppo di potere composto da magistrati, avvocati e imprenditori che avrebbe pilotato inchieste penali e sentenze amministrative, condizionando le decisioni riguardanti importanti appalti pubblici. Mineo, che in luglio era stato arrestato su ordine del gip di Messina, per corruzione in atti giudiziari, a Palermo era accusato - col rito abbreviato - di aver ritardato i depositi delle sentenze del Consiglio di giustizia amministrativa (l'organo di appello, in Sicilia, rispetto al Tar), di cui faceva parte come componente laico: in alcuni casi le minute furono presentate dopo 622 giorni dalla decisione, in altri dopo 450. Diciannove, alla fine, gli episodi di cui l'imputato e' stato riconosciuto colpevole, sui 49 che gli erano stati contestati.
La vicenda palermitana e' collegata ai fatti del "Sistema Siracusa", che coinvolgono anche Denis Verdini, a giudizio proprio con Mineo, al tribunale di Messina, per avere accettato un contributo non denunciato di 300 mila euro al partito, Ala. In cambio l'esponente politico avrebbe appoggiato la corsa di Mineo per il Consiglio di Stato, bloccata pero' proprio dalle vicende disciplinari legate ai ritardi nei depositi. Mineo risponde di corruzione in atti giudiziari: secondo gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, ritenuti i corruttori dell'ex pm aretuseo Giancarlo Longo, il magistrato amministrativo avrebbe chiesto 116 mila euro per fornire loro informazioni e anticipare il giudizio su due cause che le aziende a loro vicine, la Open Land e la Am Group, avevano col Comune e la Sovrintendenza di Siracusa. Il denaro sarebbe stato destinato alle cure sanitarie dell'ex presidente della Regione Giuseppe Drago, morto nel 2016.