Assenteismo, prosciolti 4 commessi del Comune di Palermo
Il giudice monocratico del tribunale, Marina Minasola, ha prosciolto, per la speciale tenuita' del fatto, quattro commessi del Comune di Palermo, tre dei quali - Francesco Paolo Pecoraro e i fratelli Giovanni e Francesco Arnao - nell'ottobre del 2013, furono scoperti fuori dal posto di lavoro, anche se risultavano presenti: al loro posto aveva timbrato i badge un collega, Michele Vultaggio, il quarto imputato. Furbetti del cartellino, insomma, ma ritenuti "non punibili". Anche se, nella motivazione contestuale alla decisione, il giudice della quinta sezione rileva che, secondo la Cassazione, la gravita' del comportamento di chi tradisce le pubbliche funzioni dovrebbe prevalere, ma la stessa amministrazione guidata da Leoluca Orlando non ha considerato il comportamento "particolarmente lesivo", dato che nell'immediato, nei confronti dei quattro, non fu adottato alcun provvedimento disciplinare, che il Comune, pur essendosi costituito parte civile all' udienza preliminare, si e' poi "disinteressato del procedimento" e soprattutto che Giovanni Arnao, uno dei dipendenti accusati di truffa, nonostante il processo in corso, e' stato pure adibito a "mansioni di maggiore prestigio", venendo trasferito a Palazzo delle Aquile, dove fa - secondo le sue stesse parole - il "commesso del sindaco", lavora cioe' negli uffici della presidenza del Consiglio comunale. Di fronte a questo, il fatto e' stato considerato di "speciale tenuita'" e il tribunale di Palermo ha applicato il decreto legislativo di quattro anni fa, che consente di pronunciare sentenza di non doversi procedere. Prosciogliendo i furbetti, anche se sono tali.